Dopo la grande delusione della promozione sfumata, nel campionato 1983-‘84 si riparte con determinazione, arrivano Marco Nicoletti a far coppia con Vialli, il giovane portiere di scuola Juve, Giulio Drago, Francesco Della Monica e Gianluigi Galbagini. Si parte bene, con la Cremonese imbattuta nelle prime cinque giornate, poi un momento di crisi, durato però solo due partite, e la ripresa della corsa con la squadra che si laurea campione d’inverno a pari punti con il Como.
La lotta si fa più serrata ma i punti da gestire, a sei giornate dalla fine, sono quattro. Tra i momenti più difficili la trasferta di Como (1 a 1 con gol di Todesco e pareggio di Vialli) quando Mondonico viene colpito in panchina da un tifoso lariano che gli ferisce la mano con un ombrello. La Cremonese vince con la Pistoiese, ma perde a Empoli e la festa è rimandata.
Si arriva alla penultima giornata, in calendario c’è Cremonese – Palermo, la partita finisce 3 a 3, un risultato che non scontenta nessuno, la Cremonese torna in serie A dopo 54 anni e il Palermo si salva dalla B: il 10 giugno 1984 a Cremona esplode in una festa senza precedenti.
Per i ragazzi di Mondonico si tratta di un trionfo sudato e meritatissimo, frutto di una stagione giocata ad altissimi livelli.
Dal Palermo torna in grigiorosso Erminio Favalli, con ruolo da dirigente; diventerà per un ventennio protagonista della Cremonese “pane e salame”, una società a misura d’uomo capace di lanciare giovani e far rendere al meglio tutti i giocatori. Nell’estate del 1984 viene presa la storica decisione di spostare il cuore del tifo dalla Curva Nord alla Curva Sud, mentre il club grigiorosso “Le Fedelissime” è il primo in Italia ad essere formato da sole donne.
Il ritorno in serie A comporta tutta una serie di novità. Oltre a rafforzare la squadra bisogna anche rinnovare le Zini e, per aumentare la capienza alla tifoseria di casa, si decide di trasferire i tifosi grigiorossi dalla curva Nord alla curva Sud.
Per la prima volta la società decide di acquistare due stranieri, a campionato in corso, arrivano il libero polacco Wladyslaw Zmuda e l’attaccante brasiliano Juary; Gianluca Vialli lascia Cremona per la Sampdoria che in campo offre il talentuoso Alviero Chiorri; in porta arriva Borin a sostituire Drago, e poi Pancheri, Mei e Meluso.
Si comincia con una sconfitta per 1 a 0 a Genova, contro la Samp di Vialli, ma all’esordio tra le mura amiche arriva una vittoria che fa ben sperare, 2 a 1 contro il Torino di Radice, con gol di Bonomi e Nicoletti. La terza giornata vede la Cremonese a San Siro contro il Milan, Nicoletti apre le marcature freddando il Meazza, ma poi ci pensa Hateley, 2 a 1 per i rossoneri. Al termine della gara un tifoso di Castelleone (Cr), Marco Fonghessi, viene accoltellato a morte da un teppista che verrà successivamente arrestato.
La Cremonese gioca bene ma non riesce a far punti e il suo destino appare presto segnato. C’è solo da segnalare il record di spettatori allo Zini, 21 mila, e di incasso, 334 milioni, per la partita con la Juve, il 21 ottobre 1984. Durante l’anno, inoltre, vengono staccati 5371 abbonamenti, la squadra però non pare all’altezza del campionato: la Cremonese da spettacolo ma non raccoglie punti, fino a retrocedere nuovamente in serie B l’ultima giornata.
Nel 1985-‘86 è di nuovo serie B. È l’ultimo anno di Emiliano Mondonico. Arrivano a Cremona Rampulla, Citterio, Gualco, Lombardo, Galluzzo, lasciano invece Galvani, Paolinelli e Fulvio Bonomi in partenza per Ascoli prima e per la Sampdoria poi. La Cremonese affronta l’annata in modo tranquillo, un po’ sotto tono, dopo l’amara retrocessione, non andando oltre il nono posto. La stella della squadra è Chiorri: “Alviero is magic” diventa lo striscione collocato lungo la Curva Sud.
Dopo l’addio di Mondonico, nel campionato 1986-87 arriva Bruno Mazzia. La scelta si rivela positiva e la Cremonese veleggia nei primi posti di classifica. Il finale è emozionante, alla quartultima giornata la Cremonese viene battuta dal Lecce in trasferta, ma la giornata successiva riesce a rimediare battendo il Parma di Arrigo Sacchi, con gol di Chiorri e Finardi. A Vicenza (trentasettesima giornata) non si va oltre lo 0 a 0, ma la doccia fredda arriva all’ultima giornata quando la Cremonese si fa battere in casa dal Pisa di Gigi Simoni. Si torna agli spareggi con Cesena e Lecce. Contro i pugliesi la sconfitta è pesante, 4 a 1, contro il Cesena 1 a 0 ma ormai tutto era già compromesso.
Il 1987-‘88 in casa grigiorossa si inaugura lo schieramento a zona. L’allenatore è sempre Bruno Mazzia. A fine girone d’andata la Cremonese è terza con 23 punti, ma i troppi pareggi frenano la corsa alla serie A e, dopo la sconfitta casalinga col Lecce, la Cremonese chiude sesta.
La serie A sfugge ancora: i risultati sono buoni ma non sufficienti per centrare la promozione.
La svolta arriva nel campionato successivo (1988-‘89). La Cremonese di Mazzia arriva quarta a pari merito con Reggina e Cosenza. Sarà spareggio contro la Reggina. È il 25 giungo del 1989 si gioca Cremonese – Reggina a Pescara (il Cosenza è fuori per gli scontri diretti).
Lo stadio Adriatico è invaso dai calabresi, ma la compagine grigiorossa non cede. I 90′ terminano sullo 0 a 0, si va allora ai supplementari e poi ai rigori. Sbaglia per primo Onorato, per la Reggina, ma l’errore di Chiorri mette tutto in parità; si prosegue, la Reggina ha una nuova battuta d’arresto con Armenise, ed è allora “Bombetta” Lombardo, che lascerà Cremona per la Sampdoria, a segnare il rigore che vale la serie A.
Per la serie A (1989-‘90) arriva un nuovo allenatore sulla panchina grigiorossa, si tratta di Tarcisio Burgnich, e nuovi giocatori stranieri (in serie A è possibile tesserarne tre): lo svedese Anders Limpar, l’argentino Gustavo Abel Dezotti, e il paraguaiano, in prestito dalla Juve, Gustavo Neffa. Il campionato è molto duro e la Cremonese in più occasioni protesta per presunti torti arbitrali subiti dalle grandi. Da segnalare la vittoria contro il Milan di Sacchi, con rete di Dezotti, e il pareggio 2 a 2 con la Juve (Citterio, Gualco, Alessio, Schillaci). Ma nulla può questa Cremonese che finisce ancora una volta in serie B, giungendo penultima con soli 23 punti.