12 marzo del 1972, in una giornata importantissima per la classifica finale, la Juventus capoclassifica era impegnata sul campo di un Bologna in difficoltà, tallonata a due punti di distanza da Milan e Torino, che poi si classificheranno al secondo posto, impegnate sui difficili campi di Cagliari e Genova sponda Sampdoria. Alcune sospette decisioni arbitrali condizionarono l’intero campionato. Su quegli episodi ha indagato Omar Cecchelani.
La gara di Marasssi era importantissima per il Toro di Giagnoni che grazie a Pulici, Sala, Agroppi, Rampanti, Ferrini e Cereser stava gettando le basi per la cavalcata allo scudetto che probabilmente avrebbe già meritato in quella stagione.
Ma si sa, il destino beffardo e gli arbitri si misero di traverso, finendo per favorire proprio la Juventus, che potè cosi continuare la sua cavalcata verso lo scudetto senza avversari degni di nota, perché quel che successe quel 12 marzo mise fuori causa entrambe le rivali più accreditate della Vecchia Signora.
Il Milan “derubato” da un clamoroso rigore concesso al Cagliari, a tre minuti dal termine dell’incontro, dall’arbitro Michelotti che giudica volontario un mani palesemente fortuito di Anquilletti su tocco ravvicinato di Gigi Riva, che andrà poi a siglare la rete del definitivo 2-1. Mentre il Torino veniva fermato dall’arbitro Barbaresco che non convalida ad Agroppi una rete regolarissima, col pallone respinto almeno 40 centimetri oltre la linea di porta dall’allora difensore blucerchiato Marcello Lippi.
Al termine di quella funesta giornata, il Toro di Giagnoni perde definitivamente il treno per lo scudetto in una partita condizionata pesantemente dalla giacchetta nera Enzo Barbaresco. Si giocava sotto una pioggia battente. La gara si mette subito bene per i granata che passano in vantaggio grazie al solito Pulici che insacca una ribattuta del portiere Battara sulla punizione di Bui al 6′. Avanti di un goal il Toro pensa di poter gestire la gara, ma viene punito dall’uno-due micidiale dei blucerchiati che grazie a Cristin e Salvi riporta la Samp avanti già al 21′ del primo tempo.
La ripresa è un monologo granata che all’arrembaggio provano a riacciuffare un pari che avrebbe significato restare in corsa all’inseguimento della Juve capoclassifica. Il palo nega la gioia del pareggio a Bui, ma il clamoroso accade a 6′ dalla fine quando in mischia Aldo Agroppi colpisce un pallone di testa indirizzandolo in porta. La palla varca abbondantemente la linea bianca, prima di essere ricacciata fuori da Marcello Lippi allora difensore sampdoriano. L’arbitro Barbaresco prima convalida la rete, poi la annulla, poi cambia per altre due volte la sua decisione fino a decidere definitivamente di considerare il pallone respinto sulla linea e lasciare il risultato sul 2-1 andando ad espellere anche Ferrini per proteste. Una decisione talmente clamorosa che anche i giornalisti genovesi presenti in tribuna non poterono non ammettere che non convalidare un goal del genere volesse dire uccidere il calcio. La gara si concluse con la vittoria dei doriani sul Toro che uscì sconfitto 2-1, il gol di Agroppi a due minuti dalla fine sarebbe valso il pari e un punto in più in classifica. Se si considera che il campionato fu poi vinto dalla Juventus con un solo punto di vantaggio su Milan e Torino, è facile capire quanto quella “svista” abbia condizionato a favore dei bianconeri un campionato che probabilmente sarebbe finito in maniera molto diversa se solo gli arbitri non ci avessero messo lo zampino.
Una ferita ancora aperta dopo tutti questi anni , e a dimostrarlo sono le parole di Pulici che poco tempo fa dichiarò: “Nel 1971-’72 perdemmo lo scudetto a scapito della Juventus per un solo punto: allora le vittorie valevano 2 punti. Ebbene, nel finale di campionato l’arbitro Barbaresco ci annullò due gol in due partite diverse a dir poco discussi: quello di Agroppi sul campo della Sampdoria e quello di Toschi a San Siro contro il Milan. Due punti che ci costarono lo scudetto“: Ma soprattutto di Agroppi che in un intervista sull’argomento ha tuonato: “ La rabbia è passata, ma Barbaresco l’ho odiato per anni dopo che non mi ha convalidato quel gol“. Una rabbia certamente non mitigata dalle ammissioni di colpa dello stesso arbitro Barbaresco, che nel 2013 ha voluto scusarsi col Torino dicendo “Pochi mesi fa su internet ho visto un filmato molto chiaro dove le immagini sono prese in diagonale rispetto alla linea di porta. Diciamo a 30 gradi. Ovviamente non era il mio angolo di visuale quel pomeriggio, ma la sostanza non cambia. Quelle immagini dimostrano che il pallone era entrato completamente. Avevano ragione i giocatori del Toro, mi dispiace. E’ per prevenire questo tipo di errori che sono stati messi il quinto e sesto uomo”.
Anche i giornali dell’epoca non lasciarono passare questo episodio, e quello di Cagliari inosservati, con il Corriere della Sera che titolava “Ingiustizia è fatta: gli arbitri stroncano il Milan ed il Torino“. Una delle tante ingiustizie subite dal Torino, ma anche uno dei tanti errori che hanno permesso all’altra squadra della città di festeggiare uno scudetto macchiato, tanto per non farsi mancare nulla, da errori arbitrali.