I “Los Cebollitas” furono una squadra praticamente imbattibile nei campionati giovanili argentini degli anni ’70, erano riusciti ad arrivare addirittura a 136 partite consecutive senza perdere. Ecco perché la prima sconfitta rimase nella memoria di molti: dopo un 2-2 ai tempi regolamentari con la squadra della provincia di Santiago del Esteros, il match del Torneo Evita andò ai rigori. I “Los Cebollitas” persero 3-1 anche perché il giocatore più bravo della squadra sbagliò un rigore prima di scoppiare in lacrime.
Ma l’allenatore avversario, Elías Ganem, lo consolò: “Non piangere, tu diventerai il migliore del mondo”. Quel ragazzo di 13 anni era Diego Armando Maradona.
In quegli anni Diego non veniva chiamato con i soprannomi oggi conosciuti, né “El Diez” né “El Pibe”. A causa dei capelli lunghi, si chiamava “Pelusa”.
Ed è stata proprio questa la risposta data da un suo amico, Goyo Carrizo, quando un allenatore gli chiese se avesse amici bravi a giocare a calcio: “Il Pelusa è più bravo di me”.
Poi Maradona, dopo aver convinto il padre, fece un provino per l’Argentinos Juniors, soprannominata “Culla delle Stelle” per aver scoperto giocatori come Borghi, Riquelme, Redondo, Sorín e Cambiasso.
Ma pioveva e il provino quasi saltò, non fosse stato per l’uomo che ha cambiato la storia: Francis Cornejo portò i ragazzi in un altro campo e si stupì subito delle capacità di Maradona.
Chiese diverse volte a Goyo se l’età del suo amico fosse vera, controllò per sicurezza i documenti e scoprì che, sì, Diego era veramente nato il 30 ottobre 1960. Da quel momento Cornejo divenne un secondo padre per Maradona pagandogli i biglietti per l’autobus, il cibo e anche le scarpe da calcio.
Così nacque la favola dei “Los Cebollitas”, ragazzi nati nel 1960 e di bassa statura (la cebollita è la cipolla): la formazione titolare schierava Ojeda; Trotta, Chaile, Chammah, Montagna, Lucero, Dalla Buona, Maradona; Duré, Carrizo e Delgado.
Una volta, Maradona e Goyo non furono schierati titolari per farli rifiatare ma al 45′ la squadra era sotto 0-1: dopo l’intervallo i due entrarono in campo, aiutarono i compagi a segnare 6 gol in 15 minuti e poi pensarono solo a divertirsi. Come? Con una scommessa: il più bravo sarebbe stato chi avrebbe colpito una mucca poco distante dal campo. Avrebbero potuto segnare altri 10 gol ma preferirono divertirsi, come normali ragazzi. Indovinate chi vinse la scommessa…
Un’altra storia riguarda una partita giocata dai “Los Cebollitas” alla Bombonera: l’allenatore aveva deciso di sostituire Maradona, il pubblico del Boca Juniors rumoreggiò tanto che l’allenatore dovette fare marcia indietro e tenerlo in campo. In quel momento nacque una storia d’amore che si concretizzò qualche anno più avanti.
Intanto i ragazzi crescevano, cambiavano squadra e i “Los Cebollitas” videro la fine. Goyo Carrizo si ritirò per un grave infortunio al ginocchio destro, Maradona iniziò il suo trampolino di lancio verso la gloria. Eppure, senza i “Los Cebollitas”, il Pibe de Oro non sarebbe mai stato lo stesso.
Andersinho Marques