Qualche anno fa Adriano Galliani parlò della “musichetta“ della Champions come carburante per il Milan. Al Siviglia fa lo stesso effetto quella dell’Europa League, conquistata cinque volte in una decade, dal 2006 al 2016.
Due con la vecchia denominazione, Coppa Uefa, tre consecutive con quella attuale.
Sanno come vincere, a Siviglia. Hanno una Dea bendata che guarda dalla loro, a giudicare dalla semifinale, vinta con un gol partito da una rimessa laterale chiamata erroneamente a favore e siglando il 2-1 dopo aver resistito a una lunga pressione del Manchester United.
Banega, ex interista, è il cuore tecnico della squadra forgiata dal ds Monchi (allontanato dalla Roma giallorossa un anno fa) con numerosi innesti. Suso, rinvigorito dopo l’esperienza al Milan, dal quale è passato anche Ocampos. Reguilon, un portento a sinistra, di proprietà del Real e inseguito dal Napoli.
C’era già il capitano Jesus Navas, primatista storico di presenze del club tornato all’ovile tre anni fa dopo un quadriennio in Premier. Ha vinto le due Coppe Uefa del Siviglia, non le tre Europa League. Ora può rifarsi. Con la fascia al braccio.