Scrive Francesco Corvino nell’articolo dal titolo “Dino Zoff: il portiere friulano con il Napoli nel cuore”… Parliamo di numeri 1 nel vero senso della parola: Dino Zoff, portiere di Napoli prima e Juventus poi (una lunga militanza in bianconero, ritiratosi ad oltre 40 anni), oltre che della Nazionale italiana, con la quale ha vinto il Mondiale di Spagna 1982 e segnato la storia del calcio italiano. Uno dei migliori portieri al mondo di tutti i tempi, che dopo la lunga carriera da calciatore, ne ha intrapresa un’altra altrettanto importante da allenatore, riuscendo ad arrivare vicinissimo alla vittoria dell’Europeo 2000 (perso per il Golden gol di Trezeguet) oltre che da dirigente sportivo.
Dino Zoff nasce a Mariano del Friuli il 28 febbraio 1942, e sin da bambino è una persona molto tranquilla, riservata, dedito al lavoro. Ed è così che è cresciuto nella squadra della Marianese prima di approdare all‘Udinese (la quale lo scarta precedentemente in un provino) che lo fa debuttare in serie A a soli 19 anni in un Fiorentina-Udinese, terminata 5-2 per i viola ma con Zoff che non gioca male, pur perdendo. Siamo nel 1961, e dopo un anno in serie B sempre con friulani, si trasferisce al Mantova per 30 milioni di lire. Con l’Udinese ha disputato in totale 38 presenze con 54 gol subiti.
Quattro le stagioni col Mantova (dal 1963 al 1967), dove Zoff divenne presto titolare inamovibile con 131 presenze e 111 reti incassate. Bellissime le stagioni con la maglia dei mantovani, esperienza che termina con la vittoria del Mantova sulla grande Inter nel 1967 per 1-0. Dal Mantova, allo scadere della mezzanotte, il Napoli prende Zoff per 120 milioni di lire più il portiere Bandoni, soffiandolo così al Milan, la cui offerta era ferma a 100 milioni. Nel Napoli gioca 141 partite consecutive, fermandosi solo, quando a metà marzo 1972, durante un allenamento, mette il piede in una buca, fratturandosi il perone.
La prima stagione al Napoli, quella del 1967-’68, Zoff conta 30 presenze, con 24 reti incassate: è la stagione dello storico secondo posto alle spalle del Milan campione. E’ un Napoli fortissimo che conta calciatori del calibro Altafini, Juliano, Sivori, Canè. Anche se all’inizio gli azzurri riescono a prendere il comando della classifica, alla fine si arrendono al Milan di Pierino Prati, che batte gli azzurri nello scontro diretto a Milano per 2-1 con un suo gol proprio al 90′. Gli azzurri interrompono anche la propria corsa nella Coppa delle Fiere e Coppa Italia al secondo turno. Questa è inoltre la stagione dell’esordio in Nazionale di Zoff (proprio a Napoli contro la Bulgaria per una gara valevole per le qualificazioni agli Europei e vinta dall’Italia per 2-0). Nel campionato 1968-’69, Zoff colleziona invece 30 presenze con 25 gol subiti, col Napoli che chiude al settimo posto in classifica. Non è certo una stagione da ricordare per gli azzurri, con il presidente Corcione che muore lasciando la società a Ferlaino, l’ultima di Sivori in maglia azzurra in un Napoli-Juventus 2-1 (doppietta di Montefusco) e presto eliminati anche in Coppa delle Fiere.
Nel 1969 -’70, il Napoli chiude al sesto posto e Zoff è sempre presente con 30 gare disputate e 21 reti subite. Non è più il Napoli di qualche anno prima. Ancora 30 presenze per Zoff nel campionato 1970-’71, appena 19 reti subite (record stagionale), con il Napoli che chiude la stagione al terzo posto, alle spalle di Milan ed Inter. Il 7 marzo 1971, a Torino, Zoff ne prende quattro dalla Juventus (4-1 finale). Il Napoli sfiora per la prima volta nella sua storia lo scudetto, grazie ad una difesa quasi impenetrabile e una buona organizzazione di gioco. Decisiva è la sconfitta a Milano contro l’Inter per 2-1 dove a far discutere è l’arbitraggio di Gonella, reo di aver arbitrato contro gli azzurri un match decisivo per la sorte del campionato. L’ultimo campionato di Zoff con la casacca azzurra è quello del 1971-’72 che si chiude con 23 presenze, 31 reti incassate e un ottavo posto anonimo per gli azzurri.
Al termine della stagione 1971-’72 Ferlaino decide: Dino Zoff alla Juventus in cambio di soldi e Carmignani. Termina qui l’esperienza del portierone italiano con il Napoli, senza nemmeno un trofeo vinto con la società azzurra e il rimpianto di quello scudetto sfumato del 1971. Il portiere verrà comunque ricordato a lungo dal popolo napoletano, che ha apprezzato l’impegno, la riservatezza e la professionalità di Zoff durante la sua esperienza napoletana. Nell’estate 1972, Zoff passa alla Juventus e Carmignani al Napoli. In undici stagioni con la Juventus (dal 1972 al 1983 con 330 presenze consecutive e 226 reti subite), Zoff vince 6 campionati (1972-’73, 1974-’75, 1976-’77, 1977-’78, 1980-’81, 1981-ì82), due Coppa Italia (1978-’79 e 1982-’83) ed una Coppa Uefa (1976-’77contro il Bilbao). Il 25 maggio 1983, a Zoff manca la ciliegina sulla torta, quando la Juventus perde la finale di Coppa Campioni contro l’Amburgo per 1-0.
Con i bianconeri ha stabilito il record di minuti di porta imbattuta nel corso della stagione 1972-’73 nella quale mantiene la propria porta inviolata per 903′, superando i precedenti 792′ di Mario Da Pozzo e superato solamente nella stagione 1993-’94 da Sebastiano Rossi, che poi al sua volta ha lasciato il testimone forse all’erede con la Juventus: Gianluigi Buffon. Ma nemmeno una super-squadra come quella bianconera dell’epoca riesce a vincere la Coppa Campioni, battuta da un tiro di Magath nella finale di Atene, nella quale i bianconeri sono stra-favoriti dai pronostici.
Dopo questa stagione e l’ultima gara contro il Verona, dove vince anche l’ultimo trofeo da calciatore (la Coppa Italia), Zoff dice l’addio al calcio giocato. Dino Zoff ha una duplice esperienza con la nazionale italiana: dapprima come calciatore, poi da allenatore. Da calciatore Zoff colleziona 112 presenze con 84 reti subite, divenendo il calciatore con maggiori presenze con l’Italia, superato poi da Paolo Maldini e successivamente dallo stesso Buffon. Dino Zoff, con il c.t. Valcareggi, debutta a 26 anni il 26 aprile 1968, in Italia-Bulgaria (2-0) al “San Paolo” di Napoli. Il 10 giugno 1968, l’Italia diviene campione d’Europa, imponendosi 2-0 sulla Jugoslavia al’Olimpico di Roma.
Ma a 40 anni che Zoff raggiunge la vetta del mondo: vince infatti il mondiale spagnolo l’11 luglio 1982 (3-1 sulla Germania Ovest). Un mondiale che entra nella storia come il terzo vinto dalla nazionale dopo quelli del 1934 e del 1938. Un mundial che non è iniziato certo nel migliore del modi con l’Italia vicina all’eliminazione. Ma dopo i primi pareggi, nel girone infernale contro Brasile e Argentina, Zoff e compagni pongono una seria ipoteca alla vittoria finale, che arriva dopo aver battuto anche la Polonia di Boniek per 2-0. La finale è una splendida rappresentazione della forza della squadra e l’urlo di Tardelli e l’alzata della coppa di Zoff rimangono ancora oggi tra i ricordi più belli dell’intero popolo italiano appassionato di calcio.Zoff detiene ancora oggi il record di imbattibilità con la Nazionale azzurra: 1142 minuti e 4 mondiali disputati (1970, 1974, 1978, 1982).
Dino Zoff dopo aver appeso le scarpette al chiodo decide di intraprendere la carriera prima di preparatore dei portieri della Juventus, poi come selezionatore dell’Italia olimpica (avventura terminata con il quarto posto finale alle Olimpiadi di Seul 1988).
Inizia poi la sua carriera di allenatore alla Juventus, dove vince Coppa Uefa e Coppa Italia nel 1990, e successivamente alla Lazio di Calleri prima e Cragnotti poi, dove ricopre anche la carica di presidente del club capitolino. Dopo aver allenato la nazionale italiana agli Europei sfortunati in Olanda e Belgio, persi per il Golden gol di Trezeguet, Zoff allena infine la Fiorentina e lascia nel 2004-’05 definitivamente il calcio.
Francesco Corvino