Così scrive Francesco Corvino nel suo articolo dal titolo “Josè Altafini: da idolo a core n’grato”.. .Quando pensiamo a Juventus-Napoli non possiamo non pensare alle mille sfide tra le due compagini, che si sono date battaglia per oltre 90 anni sui campi da gioco. Ma quando pensiamo a questa partita non possiamo non citare il mitico Josè Altafini, che Higuain in questi anni sta emulando alla grande dando più di un dispiacere ai tifosi azzurri.
Infatti quando parliamo di Altafini pensiamo ad un calciatore, fantastico finalizzatore, amato dai tifosi del Napoli per anni, che scartato da Ferlaino e bollato come “finito”, trova nella Vecchia Signora una nuova giovinezza e decisivo a gara in corso, e ahimè nelle sorti di un Juventus-Napoli 2-1, che ha regalato di fatto lo scudetto ai bianconeri a discapito degli azzurri, che non lo hanno mai del tutto perdonato, ribattezzandolo “Core n’grato“. Josè Altafini nasce a Piracicaba, comune di San Paolo, il 24 luglio del 1938, campione del mondo nel 1958 col Brasile, naturalizzato italiano. Nasce infatti da una famiglia italiana emigrata in Brasile, Gioacchino Altafini e Maria Marchesoni, così da ottenere passaporto italiano.
Per la somiglianza fisica (e nel modo di giocare) con il calciatore italiano Valentino Mazzola, Josè viene proprio soprannominato “Mazzola”, soprannome al quale è molto legato. Altafini si trasferisce in Italia da giovanissimo, proveniente dal club brasiliano del Palmeiras, dove in sole due stagioni è capace di siglare 85 reti in sole 114 gare (32 in campionato in 63 gare), con una media gol di 0,74 a partita. Nella storia del calcio vi è l’incredibile sfida Altafini-Pelè nella gara del 6 marzo 1958, dove Altafini segna due reti al Santos di Pelè, Pepe e Zito, nella storica partita Santos-Palmeiras 7-6 del Torneo Rio-San Paolo. La capacità di segnare del calciatore brasiliano attirano le sirene dei club italiani e il Milan lo fa suo per la cifra di 135 milioni di lire.
Il Milan si assicura come detto le sue prestazioni, e nelle sei stagioni con la maglia rossonera Altafini mette a segno 120 reti in 204 presenze. Indimenticabile per lui il 27 marzo 1960, giorno in cui Altafini sigla un poker nel derby di Milano, vinto dai rossoneri per 5-3. Il 12 novembre 1961, un altro poker, questa volta alla Juventus. Nelle sette stagioni nella città del Duomo, sponda rossonera, Altafini vince due campionati (1958-’59 e 1961-’62) ed anche una Coppa dei Campioni (1962-’63), la prima nella storia del club rossonero, nella cui edizione Josè segna ben 14 marcature (record superato solamente da Cristiano Ronaldo, che però gioca molte più gare) e sua è la doppietta nella finale vinta in rimonta contro il Benfica di Eusebio (2-1).
Detiene ancora oggi il record di gol in una singola gara di Coppa Campioni (cinque) realizzati nella gara Milan-Union Luxembourg 8-0. Dopo molte polemiche con i suoi compagni di squadra in rossonero, decide di andare via da Milano, dove lo attende il Napoli, che fa il colpaccio con il presidente Fiore che si assicura le sue prestazioni, insieme a quelle di Sivori e Zoff.
Per 280 milioni di lire, l’allora presidente Fiore acquista Josè Altafini dal Milan, il quale resta all’ombra del Vesuvio per ben sette stagioni diventando uno degli idoli della tifoseria partenopea e terminale offensivo di un tridente incredibile composto in quegli anni da Canè-Altafini-Sivori. Nella prima stagione con il club azzurro, Altafini diviene capocannoniere della squadra con 14 sigilli ed il Napoli giunge terzo, dietro Bologna ed Inter. Il 17 ottobre del 1965, Altafini sigla una tripletta all’Atalanta (5-1 finale). Il 6 febbraio 1966, l’1-0 finale sulla Juventus è di Altafini. Il 22 maggio 1966, ancora Altafini con una doppietta all’Internazionale nel 3-1 finale. Nella seconda stagione 1966-’67, Altafini si conferma goleador con 16 marcature: il Napoli giunge quarto. Nel 1-4 sulla Spal del 5 febbraio 1967, Altafini ne mette a segno 3 reti su rigore. Josè diviene sempre più anima della squadra. Nel campionato del 1967/68, Altafini è sempre protagonista con 13 sigilli, trascinando il Napoli a quello storico secondo posto, dietro solo al suo ex Milan. Il 9 dicembre 1967, nel 1-1 finale con la Juventus a Torino, è di Josè, la rete contro i bianconeri. Nella storia della società e del calcio il suo gol in rovesciata in un Napoli-Torino 2-2, dove forse è stato coniato il mitico termine, marchio di fabbrica poi di Josè, “Golaço”.
Nella stagione 1968-’69, il rendimento sotto porta di Altafini cala vistosamente: solo 5 reti e cessione dello scettro di capocannoniere a Canè: il Napoli è solo settimo. Nella successiva stagione 1969-’70, Altafini ed il suo Napoli giungono sesti con il Cagliari è campione e con Josè che chiude a quota 8 segnature. Il 9 novembre 1969, Altafini segna l’1-0 alla Juventus su penalty. Nel campionato 1970-’71, il Napoli si riprende con un terzo posto, dietro Milan ed Inter campione con Altafini che sigla 7 reti, tra cui una rete il 21 marzo 1971 nella sconfitta per 2-1 di Milano contro l’Internazionale campione di Boninsegna e la doppietta al Torino (2-0) del 4 aprile 1971 a Napoli. Nell’ultima stagione con gli azzurri (1971-’72), Altafini sigla 8 marcature, il Napoli tracolla all’ottavo posto con 28 punti. Altafini segna nel 2-2 finale di Torino contro la Juventus del 28 novembre del 1971.
Bollato come vecchio, Ferlaino si libera di Josè, che svincolato firma per la Juventus, che lo acquista a 0 lire.
Nel 1972, ormai trentaquattrenne, Altafini si accasa alla Juventus, dove vi resta per quattro campionati e dove ne sigla 25 in 74 partite, partendo spesso dalla panchina per dare fiato a Bettega e Anastasi.
Con i bianconeri, Altafini conquista due titoli nazionali: il primo nella stagione 1972-73 con un punto sul Milan, il secondo scudetto nel campionato 1974-’75, con due punti in più, proprio sulla sua ex squadra del Napoli e con un gol nei minuti finali del match che regalano nello scontro diretto a Torino la vittoria ai bianconeri per 2-1. Da quel momento Altafini diviene core n’grato per i tifosi del Napoli.
Nel 1972-’73, perde la finale di Coppa Campioni con la Juventus ad opera dell’Ajax, con gli olandesi che vincono 1-0.
Dopo la Juventus, Altafini lascia l’Italia, per andare in Svizzera, nel Chiasso, dove vi resta per tre stagioni realizzando 16 reti, per chiudere infine a 42 anni nel Mendrisiostar, con 11 reti all’attivo, in seconda divisione svizzera.
Altafini in Nazionale
Il 16 giungo 1957, ad appena 18 anni, esordisce nel Brasile andando anche a segno col Portogallo. Il 7 e il 10 luglio del 1957, Altafini ne mette a segno due contro l’Argentina. Convocato per il mondiale del 1958 in Svezia, dove vince contro i padroni di casa la Coppa Rimet nel 5-2 finale contro la Svezia. Riconosciuto oriundo, Altafini, con la casacca azzurra segnò 5 reti in sei partite, esordendo il 15 ottobre 1961 e andando a segno nel 4-2 contro Israele. Riconosciuto uno degli artefici della disfatta nel mondiale del 1962 in Cile, non viene più convocato.
Dopo il ritiro dai campi di calcio, per Altafini si apre una carriera da telecronista e commentatore tv, prima sulle reti pubbliche, poi su quelle private. Suo il termine “golaço” con il quale commenta la realizzazione di gol di bella fattura.
Negli anni ha prestato anche la voce nel cartone animato Rio e pubblicato un suo libro con Pierluigi Pardo dal titolo “Incredibile amici!”.
Francesco Corvino