Poco più di tre decenni dalla mitica sfida fra Argentina e Camerun, decisa dal colpo di testa di Omam-Biyik. Un campionato del mondo che fece innamorare l’Italia.
Sarebbe stato bello vincere in casa. Ma quella volta la lotteria dei rigori non fu troppo fortunata per l’Italia. In finale c’andò l’Argentina di Maradona, campione del mondo in carica, che il titolo non riuscì a confermarlo.
Agli Azzurri resterà la nostalgia delle Notti magiche, che Italia 90 regalò ai milioni di tifosi italiani, il cui entusiasmo fu fermato a un passo dal sogno.
Giusto trentuno anni fa iniziarono quei Mondiali, i secondi e (finora) ultimi disputati nel nostro Paese. Sì, fare il bis sarebbe stato bello: campioni del mondo in casa, come fu per gli uomini di Pozzo nel ’34, in azzurro Savoia e infarciti di vere e proprie leggende del calcio.
Peccato non sia andata così, ma quelle serate di calcio, sulle note di Un’estate italiana, qualcosa di magico lo ebbero davvero.
All’epoca la sfida inaugurale era ancora appannaggio dei campioni del mondo. L’Albiceleste, però, fu protagonista di uno scivolone che, nelle edizioni successive, sarebbe diventato abbastanza comune per gli esordi mondiali degli iridati. Sconfitta clamorosa contro il Camerun, con partita decisa dall’elevazione di François Omam-Biyik e dall’incertezza del portiere argentino Pumpido, che quel pallone se lo fece scappare decretando un successo storico per i Leoni indomabili.
Che non solo quella partita la vinsero in nove uomini ma, di lì a poco la storia l’avrebbero fatta davvero, arrivando fino ai quarti di finale del torneo, record (all’epoca) per una nazionale africana. Un bell’inizio, inaspettato forse ma indicativo su un torneo che più di qualche sorpresa l’avrebbe riservata. Come quella della Costa Rica, capace di andare agli ottavi regolando sia la Scozia che la Svezia. O l’Irlanda, arrivata ai quarti senza vincere una partita nei 90′.
L’Italia, partita così così contro l’Austria, riuscì a entrare nel cuore dei tifosi come forse non riuscirà più a fare, se si esclude naturalmente il vittorioso Mondiale del 2006. I gol di Schillaci, i colpi di Baggio e la regia di Azeglio Vicini regalarono al pubblico italiano un percorso netto di sole vittorie.
Con l’unico gol preso, quello ormai storico di Caniggia, che di fatto costò l’eliminazione, portando la semifinale contro l’Argentina ai rigori e a una sconfitta che, ancora oggi, viene annoverata tra i più grandi rimpianti del nostro calcio.
Il Mondiale lo vincerà la Germania, per l’ultima volta Ovest. Una squadra formidabile ma, ancora oggi, ci si chiede se sarebbe stata capace di batterci in finale. Peccato non averla messa alla prova.