“Ma Gino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia”. Fin da giovanissimo, quando giocavo a pallone in oratorio negli anni ‘60, ricordo che “radio scarpa” andava raccontando che Luigi Sardei aveva sbagliato un calcio di rigore nel campionato di serie B.
Poi cresciuto d’età e calcisticamente, conobbi Gino di persona, quando a fine carriera, tornato alla base di partenza tra i rossoneri del Thiene, era diventato la nostra guida e capitano della squadra in Prima categoria. Della storia sulle voci di rigori sbagliati, non gli chiesi mai niente per una sorta di timore reverenziale d’essere al cospetto di un campione. Poi, attaccate le scarpe al chiodo entrambi, ci ritrovammo in varie occasioni a rimembrare i nostri aneddoti sportivi.
Ricordo che il racconto ricorrente era quello della finale di Coppa Italia del ’66, quando Gino giocava nel Catanzaro del presidente Ceravolo, e dove, alzando d’istinto la mano e toccando la palla in area, egli provocò un fatal rigore. Rigore battuto da Bertini che colpì prima la base di un palo poi dell’altro entrando in rete e lasciando Provasi esterrefatto.
Quel rigore decretò, di fatto, la vittoria della Fiorentina di Chiappella e il pianto a dirotto di Gino. Non ricordo, però, che egli mi abbia mai parlato di rigori sbagliati e mai glielo chiesi, anche perché oramai mi ero del tutto convinto d’aver interpretato male “radio scarpa” quand’ero ragazzo: per me Gino aveva causato un rigore che è cosa ben diversa d’averlo sbagliato.
Passa il tempo e visionando i giornali d’epoca trovai un ritaglio con una foto indicativa e un titolo: “La fine di un sogno” con Gino immortalato mentre piange uscendo dal campo accompagnato dall’allenatore Achilli e alcuni giocatori dell’Alessandria.
Ecco allora riaffiorare la vocina remota di “radio scarpa”, tanto da spingermi ad andare sul web. Ed è proprio così, navigando in internet, alla ricerca della partita perduta, che oggi ho ritrovato l’episodio nel campionato di Serie B 1960-’61, quando Gino giocava ancora nella Reggiana.
Un rigore che fece piangere per la prima volta il nostro capitano, descritto da tre giornalisti sportivi in tre articoli circostanziati (Corriere dello Sport-Giovanni Camagna, Stampa Sera-Ettore Berra, Il Piccolo-Barbagrigia). Ebbene, io mi sono limitato a condensarli in un unico pezzo, senza cambiarne tempi dei verbi e testi, per dare un quadro attendibile di quella partita. L’unica nota che faccio nella premessa è questa: partecipava a quella gara tra le fila della Reggiana, oltre a Luigi (Gino) Sardei, l’altro thienese, Giuseppe (Gemple) Fabris, che fu anche mio allenatore negli Juniores regionali rossoneri anni ’70 e negli anni ’80 della prima squadra. Del rigore provocato da Gino nella finale di Coppa Italia del 20 maggio 1966, quando Sardei militava nel Catanzaro, è stato già detto tutto a suo tempo.
Purtroppo il mese di maggio, evidentemente non portava bene al nostro amato capitano, perché Gino, come abbiamo testé appurato, ne sbagliò uno il 28 maggio del 1961; un penalty decisivo per andare in serie A (le prime tre in classifica passavano alla massima serie) calciato nella penultima gara di un campionato giocato al vertice della classifica e dove Gino, nel ruolo di mezzala, era il capocannoniere della Reggiana con ben 15 reti.
Alessandria, Stadio Moccagatta , 28 maggio 1961. Alessandria: Notarnicola, Melideo, Giacomazzi, Pizzolitto, Sperati, Soncini, Azzimonti, Vitali, Fanello, Sicurani, Bettini. Reggiana: Ferretti, Martiradonna, Calvani, Fabris, Corsi, Bonini, Correnti, Sardei, Greatti, Mezzalira, Ogliari. Terna arbitrale: Campanati, Grechi e Tonolini. Note: espulso 88′ Vitali (A), Rigore parato al 50′ a Sardei (R). Ammonito Fabris (R). Angoli: 6-5. Sugli spalti circa 3.000 tifosi della Reggiana. Giornata grigia con leggero vento di scirocco, terreno brullo al centro, erboso ai lati. Inizio gara ore 16,00… Era l’ultima occasione che i grigi avevano di dimostrare d’essere una bella squadra non certo inferiore alle migliori che attendono scalpitando l’ingresso in serie A: e tale occasione non dovevano assolutamente lasciarsi sfuggire.
Il pubblico a sua volta fiutò odor di battaglia, visse l’ansia di questo incontro, e si riversò numeroso, come da tempo non accadeva di vedere, a gremire gli spalti. Artefice di questo nuovo successo ottenuto fra alterne e penose vicende è stato ancora l’inesauribile Fanello che a due minuti dalla fine ha segnato la rete della vittoria… Un capolavoro d’intuizione, di decisione e di precisione che ha stordito i granata ed ha mandato in visibilio la folla alessandrina fino ad allora in pensiero per l’esito della travolgente disputa. Fanello è stato portato in trionfo fra gli attoniti sguardi dei delusi ospiti, come già prima delle ostilità si era commosso ed aveva pianto per il dono… il vecchio e grande Baloncieri gli consegnava sul campo il cannoncino d’oro come attestazione dei tifosi di profondo attaccamento alla sua squadra, oltre che riconoscimento all’indiscusso dominatore dei marcatori di Serie B, un fremito ed un applauso percorse gli spalti, applauso che venne anche dai numerosissimi tifosi emiliani. La folla era tutta punteggiata da berretti rossi: i tifosi della Reggiana.
Erano arrivati 50 pullman che portavano 1800 persone, circa trecento auto avevano pure fatto il viaggio da Reggio con un supplemento di sostenitori, novanta bandieroni granata erano stati confezionati appositamente per l’avvenimento e ora erano agitati vigorosamente dagli ammiratori entusiasti. Ma anche un pubblico di eccezione ospitavano le tribune: vedemmo Gren, Parola, Cesarini, ed altri allenatori. Un folto gruppo di ex nazionali fra i quali si distinguevano il Ct Ferrari, Baloncieri, Bertolini, Cattaneo e… Rivera. La partita cominciò in questo tripudio di bandiere. L’Alessandria aveva organizzato il suo schieramento temendo la potenza aggressiva del gioco degli emiliani. Il mediano destro Pizzolitto era battitore libero, il centromediano Sperati, che sostituiva Bercellino, stava sul centravanti Greatti, il migliore dell’attacco con Sardei di cui si occupava il laterale Soncini. I due terzini stavano sulle ali, ma Giacomazzi approfittando della posizione arretrata del suo uomo, avanzava fin oltre la metà campo per rilanciare le azioni d’attacco. Poiché il mezzo sinistro dei grigi, Sicurani, contrava Mezzalira, il laterale destro reggiano Fabris era reso libero ed egli ne approfittava per spaziare al centro campo ora incalzando l’attacco ora dando una mano al centromediano Corsi per controllare quel demonio di Fanello, un tipo da non perdere mai di vista. Fanello si trovava come in una tenaglia, mai nemmeno un metro di terreno libero. Da parte sua la Reggiana non aveva un battitore libero e casualmente lo diventava, ma solo a tratti, Fabris. La partita restò per lungo tempo come chiusa fra due sbarramenti difensivi. Tra lo sventolio festoso ed incitante di centinaia di bandierine e striscioni inneggianti alla Reggiana, i grigi intessono le prime trame offensive e Soncini e Bettini impegnano con forti tiri l’estrema difesa granata che manovrano saggiamente a metà campo ma in tema di conclusione difettano alquanto. Azioni alterne con prevalenza d’iniziativa grigia e al 31’ gli alessandrini pervengono al successo complice un infortunio degli ospiti: tiro obliquo dal fondo laterale di Sicurani verso il centro; Calvani interviene tardivo e colpisce male di testa la sfera di cuoio che fila diritta verso l’angolo destro della porta di Ferretti il quale, sorpreso, non tenta alcun intervento. Nella ripresa la Reggiana parte decisa all’attacco con una serie furibonda di azioni robuste ma non sempre corrette. Al 5’, a seguito di una furibonda mischia sotto il portiere alessandrino, l’arbitro concede un calcio di rigore ai granata: batte la punizione Sardei e Notarnicola con un balzo respinge di pugno il pallone che, ripreso di testa da correnti, finisce a lato… una respinta poco regolamentare è vero, poiché Notarnicola era uscito di qualche metro dai pali con dei movimenti di finta per ingannare l’esecutore ed effettivamente c’era riuscito.
Sarebbe stato un rigore da rifare ma Campanati aveva convalidato l’azione, come del resto si fa abitualmente da qualunque arbitro su ogni campo. Dieci minuti dopo però l’intensa attività degli ospiti è premiata, sia pure anche qui complice la difesa grigia: su calcio di punizione dal limite dell’area di rigore alessandrina, Sardei finge di calciare e allunga di poco su Greatti che tira raso terra da una quindicina di metri. L’apparente innocuo pallone non viene però fermato dai difensori grigi che restano inchiodati al terreno e Notarnicola, stupito, vede varcare la soglia della sua casa dalla rotolante sfera di cuoio. Tutto da rifare per i grigi, ma i reggiani prendono ancora il sopravvento per tentare la vittoria che sarà invece appannaggio dei grigi a pochi istanti dalla fine… il gioco dei granata condensava poco, gioco nervoso di squadra eccitata. La partita sembrava ferma sul pareggio, ma a tre minuti dalla fine le speranze della Reggiana crollavano… Sul sesto calcio d’angolo battuto contro gli ospiti respinge di testa Calvani: la palla perviene a Giacomazzi che la mette sul piede di Fanello stazionante sulla linea dell’area fatale. E’ un attimo: malgrado il fitto schieramento di avversari e di compagni di squadra il “fornaretto” riesce a trovare il preciso spiraglio per infilare la palla in rete, in un tripudio di applausi indicibile. E’ stato questo il miglior congedo del giovane calciatore calabrese all’affezionato pubblico alessandrino… Al 90′ l’arbitro espelleva Vitali. La squadra ospite usci dal campo costernata. Abbiamo visto Sardei piangere. Giungeva la notizia che il Palermo aveva vinto in casa contro il Prato, ora la Reggiana è staccata di due punti dalla squadra siciliana e domenica si giocheranno le ultime partite: la Reggiana giocherà in casa contro l’Ozo Mantova già in Serie A e il Palermo andrà a visitare il Foggia già in Serie C. Le speranze degli emiliani sono ormai legate ad un tenue filo.
La testimonianza dell’avversario E’ uno dei protagonisti di quella partita, giocata nel maggio del 1961, Rocco Melideo, a ricordare il dramma reggiano: “Il ‘Moccagatta’ era interamente invaso dai tifosi emiliani, era in pratica di un’unica tonalità, quella granata. Quella battuta d’arresto fu letale per la Reggiana, che vide sfumare la serie A. A fine partita, ricordo ancora bene che andai a consolare Sardei, che piangeva a dirotto come un bambino”. Il punto sul campionato: il Palermo ringrazia calorosamente l’Alessandria. E’ il titolo della giornata, visto che i Grigi, battendo gli emiliani al Moccagatta hanno permesso ai rosanero, vittoriosi in casa con il minimo scarto sul Prato, di mettere un piede e mezzo in Serie A. Al Palermo sarà sufficiente un pareggio a Foggia (oppure che la Reggiana non riesca a battere il già promosso Mantova) per festeggiare il ritorno nella massima categoria. Fuoco e fiamme sulla lotta retrocessione. Il Novara ha perso a Trieste mentre il Verona vinceva con la Pro Patria. Così al terzultimo posto si affiancano tutte e tre con la complicazione di Brescia e Parma ferme a quota 33 ed il Genoa che a 34 punti, non deve perdere a Marassi proprio con la Triestina per non rischiare la C! (Il Piccolo, 3 giugno 1961 – Barbagrigia) Classifica: Mantova, Venezia p. 48, Palermo 44, Reggiana 42, Simmenthal Monza 41, Messina 40, Alessandria, Sambenedettese 39, Catanzaro 38, Pro Patria, Prato 37, Como 36, Genoa (-7) 34, Brescia, Parma 33, Triestina, Verona, Novara 32, Foggia 29, Marzotto Valdagno 19. MARCATORI: 26 reti: Fanello (Alessandria), 16 reti: Raffin (Venezia), 15 reti: Sardei (Reggiana) 14 reti: Merlo (Foggia) 13 reti: Rambone (Catanzaro), Bean (Genoa), Mentani (Novara), Fantini (Palermo), Pagani (Pro Patria).
Giuseppe (Joe) Bonato