Il Thiene ebbe il privilegio di schierare contemporaneamente tre fratelli nei campionati di Prima Divisione dei primi anni ‘30.
La squadra rossonera era una compagine da metà classifica che si giocava quei campionati tosti con squadre di rango tipo Spal, Vicenza, Mantova, Udinese, Pro Gorizia, Triestina B, Rovigo, Treviso, Trento. Alcuni dei compagni di squadra dei Busin si affermarono anche in altri club: il portiere Vittorio Mosele approdò 18enne nell’Alessandria, Sante Stella a Verona con uno dei fratelli, Toni.
L’altro portiere Giovanni Zennaro fu acquistato dalla Lazio, mentre Carlo ”Nino” Rosa passò alla Triestina dove giocò con Nereo Rocco. Guido Miotto con Rino Cunico andarono al Vicenza e G.Battista Mascotto si stabilì in quel di Varese. Vista la singolarità del caso di tre fratelli giocatori nella stessa squadra, abbiamo pensato di raggrupparli nella descrizione in un unico profilo. Francesco Busin I°, detto “Chichi”, classe 1906, fece coppia con Angelo Dall’Amico nel ruolo di terzino. Nonostante la sua stazza, era agilissimo e dotato di buon palleggio.
Possedeva un tiro micidiale e molto spesso i suoi rinvii dal fondo attraversavano a parabola tutto il centrocampo ricadendo nell’area avversaria. Fu uno dei pilastri di quella difesa. Antonio Busin II°, classe 1908, detto “Toni bigoli” per la sua struttura fisica longilinea, giocò anch’egli nel ruolo difensivo e possedeva il tiro potente del fratello maggiore. Nonostante il ruolo di retroguardia ogni anno finiva in vetta nella classifica dei cannonieri grazie alla sua bravura nel calciare punizioni di prima e i rigori. Oltre che nel Thiene militò nel Verona e nella Pro Vercelli. Un tempo si raccontava che i tifosi scaligeri, durante l’intervallo delle partite, chiamassero Toni a gran voce dagli spalti perché si esibisse nei suoi favolosi e potenti tiri in porta.
Una volta ritornato a Thiene, giocò con i rossoneri fino all’inizio della seconda guerra mondiale. Augusto Busin III°, classe 1911, fu un terzino destro di posizione molto preciso. Nonostante fosse il più giovane dei tre fratelli, era un tipo piuttosto deciso negli interventi, quindi molto temuto dagli attaccanti.
Giocò anche nel Trento, Valdagno, Schio e per molti anni gestì con il fratello Toni la “Pasticceria Busin Bar Birreria” all’angolo tra via Roma e Corso Garibaldi, in pieno centro storico. L’ambiente aveva anche una saletta al primo piano adibita a sede dell’AC Thiene.
L’antico palazzo merlato dove c’era il noto locale pubblico, tanto frequentato e amato dagli sportivi Thienesi, fu demolito verso la fine degli anni Sessanta per cui ci rimane solo qualche foto. Chiusa l’attività dell’esercizio pubblico, Augusto Busin gestì il Bar dell’oratorio del quartiere Ca’Pajella anche come factotum. Sempre pieno d’iniziativa, Augusto fondò con Don Lino, l’Audace, squadra di giovanissimi e in prospettiva vivaio del Thiene.
Non ancora contento fondò pure con Gino Penzo, Giovanni Pegoraro e Bruno Dalla Valle la Terza Categoria dell’AC Marte, formazione di ex giocatori rossoneri a fine carriera. Fu altresì l’artefice principale dell’inaugurazione del nuovo stadio dotato di illuminazione artificiale e intitolato al suo compagno di squadra fondatore dell’AC Thiene, Livio Gemmo. Per l’occasione la sera l’evento principale fu l’incontro indimenticabile AC Marte – Lanerossi Vicenza.
Giuseppe (Joe) Bonato