La storia di questo portiere è segnata da due lettere. La prima con la firma di sua madre è indirizzata a Ted Drake, allenatore del Chelsea. “Le scrivo per chiederle di fare tutto il possibile affinché il suo club possa offrire un provino a mio figlio Peter Philip. Il ragazzo ha 19 anni, gioca nel Reading e dicono sia bravino”. Lo prendono.
I Bonetti hanno origini svizzere, Canton Ticino, e si sono trasferiti a Worthing, nel Sussex, dove hanno un caffé di fronte al Dome. Con il soprannome non originalissimo di The Cat, Bonetti giocherà più di 700 partite in 20 anni con il Chelsea. È l’unico portiere in tutta l’Inghilterra a saper lanciare la palla con un solo braccio oltre la metà del campo.
Il 1970 è stato il suo anno d’oro. Gli hanno dato il premio di miglior giocatore di tutti i tempi del club dopo la vittoria in Coppa d’Inghilterra, ultimo trofeo a Stamford Bridge prima dell’arrivo degli italiani: Vialli, Zola, Di Matteo. Così il commissario tecnico Alf Ramsey lo chiama di nuovo per i Mondiali, come quattro anni prima. In nazionale ha fin qui giocato 6 partite e ha preso un solo gol.
Ma in due Mondiali Bonetti va in campo una volta sola. Quella del disastro. Messico 1970, quarti di finale, Inghilterra-Germania Ovest, rivincita della finale di 4 anni prima. Gordon Banks, il titolare, ha bevuto una birra fredda la sera prima ed è stato male. Al 50’ l’Inghilterra vince 2-0. Sembra tutto così maledettamente facile. Quello che succede dopo rimarrà a lungo inspiegabile a Bonetti, ma per sempre chiaro a tutti gli altri. Quello che succede dopo è colpa sua. Prima fa gol Beckenbauer da fuori area, la palla gli scivola sotto il corpo, bassa e lenta. Poi segna il 2-2 Seeler di testa e lui si fa trovare fuori dai pali. Ai supplementari il terzo è di Gerd Müller, lasciato solissimo dentro l’area piccola.
La stampa inglese parla di papere, i tedeschi la chiamano vendetta. Senza Bonetti in porta – questa è la cattiveria più grande – non sarebbe mai esistita Italia-Germania 4-3.
Quando nel ’79 chiude con il calcio, Bonetti se ne va a fare il postino sull’isola di Mull. Il Dundee gli chiederà di giocare qualche partita perché si trova in emergenza.
La seconda lettera è del 2009 e viene spedita a Downing Street, la residenza del primo ministro Gordon Brown. Al capo del governo viene chiesto di porre riparo a un’ingiustizia. Nel 1966 il regolamento dei Mondiali prevedeva che fossero premiati solo i calciatori effettivamente scesi in campo. Quarantatré anni dopo la finale di Wembley, Bonetti può finalmente andare a prendersi la sua medaglia. Stavolta con la lettera la madre non c’entra.