Pochi calciatori sono ricordati per sprazzi di genio. Proprio come Teófilo Cubillas, con il suo calcio di punizione impudente, fuori dagli schemi, contro la Scozia ai Mondiali del 1978. Fu la testimonianza della sua innovazione che sfidava la convenzionalità, e della pura audacia. Quella punizione di Cubillas fu incredibilmente sfacciata su un pubblico dove in fondo erano ancora pochi a conoscere la magica abilità sudamericana dei peruviani. Internet non c’era ancora. Il centrocampista aveva già messo in difficoltà la difesa scozzese, permettendo a César Cueto di pareggiare il vantaggio scozzese di Joe Jordan. Munante resiste alla carica di un difensore, appoggia a Cubillas, che pesca in area Cueto, controllo e diagonale imprendibile sul secondo palo. Cubillas ha poi segnato due gol sorprendenti, quasi identici.
Munante riceve palla sulla trequarti e appoggia a Cubillas, che avanza di qualche metro e, quasi al limite, scaglia un destro violentissimo che si infila nel “sette”. Rilancio della difesa peruviana per lo scatto a sinistra di Oblitas, che ruba il tempo a Kennedy e sta per entrare in area, il difensore scozzese lo atterra da dietro. Punizione dal limite, finta di Munante e conclusione d’esterno destro sul primo palo di Cubillas, il tiro è forte e preciso, Rough tocca, ma non riesce a deviare.
La posizione della palla richiedeva un bigodino con il collo del piede destro. Cubillas, controintuitivamente, ha arricciato la palla – poiché chiamarla una paletta sarebbe solo una descrizione imprecisa dell’atto ingegnoso – con l’esterno della sua scarpetta, oltre la barriera e oltre il portiere Alan Rough. Il mondo che guardava svenne e, proprio così Cubillas divenne immortale.
El Nene, il bambino, aveva debuttato nell’ Alianza Lima a sedici anni ed era stato giudicato il miglior giocatore del campionato peruviano nel 1966 e 1970, prima che il successo internazionale arrivasse ai suoi piedi durante quella che è considerata da molti la più grande Coppa del Mondo giocata dal Perù: Messico 1970.
Cubillas giocava con carattere, i suoi calzini tirati giù e, come sempre, rinunciando ai parastinchi: segnò in tutte e tre le partite del gruppo; la rete vincente del 3-2 contro la Bulgaria, due nel 3-0 contro il Marocco, e il punto di consolazione del Perù nella sconfitta 3-1 contro la Germania di Gerd Müller.
A volte, Cubillas sembrava accarezzare esclusivamente la palla con l’esterno del piede destro, spesso con effetti devastanti. Contro il Brasile di Pelè e i nel quarto di finale, Cubillas ha dato il massimo. Sul 3-1 per la Seleção, ha segnato il secondo del Perù alimentando le speranze della rimonta, prima che i magici brasiliani concludessero la partita con il quarto micidiale centro di Jairzinho. In uno dei Mondiali con più stelle planetarie, Cubillas venne scelto come il miglior giovane giocatore del torneo e il Perù, che aveva incantato il pubblico di riferimento, vinse il Fair Play Trophy.
Cubillas è stato anche nominato il giocatore dell’anno in Sud America nel 1972 e dodici mesi dopo venne ingaggiato dal Basilea in Svizzera per £ 97.000. Fu una militanza di breve durata e, dopo soli sei mesi, andò al Porto per più del doppio.
Non riuscendo a qualificarsi per i Mondiali del 1974, il Perù e Cubillas corressero quell’insuccesso vincendo la Coppa America del 1975, il secondo titolo della loro storia. Lui segnò solo una volta, nella semifinale di andata contro il Brasile, ma fu determinante nella vittoria finale dei playoff del Perù contro la Colombia. Non sorprende che Cubillas venne nominato Giocatore del Torneo.
Dopo aver vinto la Coppa del Portogallo nel 1977, ritornò all’Alianza e vinse il titolo peruviano due volte prima di giocare nel Fort Lauderdale Strikers per cinque anni, mentre la luce della Nasl brillava,sebbene fugacemente, in tutto il continente. Ma è stato l’eroismo di Cubillas con il Perù a consolidare la sua reputazione come il più grande calciatore del suo paese.
Ritorniamo al Mondiale del 1978 in Argentina. Dopo il successo contro la Scozia, ha segnato una tripletta contro l’Iran, l’ultimo dei quali si è rivelato il suo ultimo gol internazionale. Il Perù superò la prima fase. Purtroppo nel secondo turno perse tutte e tre le partite: 3-0 con il Brasile, 1-0 con la Polonia e 6-0 con l’ Argentina. La partita chiacchierata che di fatto estromise il Brasile dalla finale a vantaggio della nazione ospitante grazie alla differenza reti. Quattro anni dopo in Spagna, Cubillas ha giocato in tutte e tre le partite del gruppo: il Perù uscì dalla Coppa del Mondo nella fase a gironi.
Fino ad oggi, Cubillas rimane il capocannoniere di tutti i tempi del Perù con 26 gol. È allettante chiedersi quale impatto Cubillas, a 26 anni, avrebbe avuto sui Mondiali del 1974 nella Germania Occidentale. Ma forse il suo più grande dono ai suoi connazionali non è arrivato nel jersey bianco con diagonale rossa.
L’8 dicembre 1987, un aereo che trasportava i giocatori e il personale dell’Alianza Lima si schiantò nell’Oceano Pacifico mentre tornava a casa da una trasferta, uccidendo tragicamente tutti a bordo. Cubillas, a 38 anni, è ritornato per la quarta volta per giocare gratuitamente per la sua squadra. Nella tragedia, proprio come durante i periodi più gioiosi, Cubillas è emerso come il più grande eroe del Perù.
Mario Bocchio