
Dalla disfatta di Siviglia al riscatto nell’ironia: la storia del portiere maltese che visse l’incubo della Spagna-Malta del 1983 e ha visto suo figlio raccoglierne l’eredità tra i pali
Nato a Msida, nel nord di Malta, il 10 maggio 1958, John Bonello è entrato per sempre nella memoria calcistica europea, suo malgrado. Portiere del Hibernians di Paola, dove trascorse gran parte della carriera, Bonello esordì in nazionale nel 1979.
Il suo nome è legato indissolubilmente a una partita: Spagna-Malta del 21 dicembre 1983, valida per le qualificazioni agli Europei del 1984. La Spagna, per passare il turno, doveva vincere con undici gol di scarto. Al Benito Villamarín di Siviglia finì 12-1.

Bonello, che già aveva subito pesanti sconfitte nel girone (8-0 contro l’Irlanda, 5-0 con l’Olanda), visse quella notte come un incubo. Negli anni successivi non mancarono sospetti e polemiche: i giocatori maltesi parlarono di “strane bevande” e limoni che li fecero stare male, ma nulla fu mai provato.

Dopo 29 presenze in nazionale, Bonello si ritirò nel 1993. Nel 1988 nacque suo figlio Henry, anch’egli portiere e a sua volta numero uno della nazionale maltese. Nel 2019, curiosamente, Henry affrontò due volte la Spagna: a Ta’Qali (2-0) e a Cadice (7-0), rivivendo in parte l’esperienza del padre.
John Bonello, dopo il ritiro, divenne allenatore e preparatore dei portieri della selezione maltese. Nel 2006 tornò a sorridere del suo passato, partecipando a uno spot pubblicitario di una birra in cui ironizzava su quella terribile notte di Siviglia.
Un modo per esorcizzare, con leggerezza, la partita più pesante della sua vita.
Mario Bocchio
