Miguel Ángel Russo: una vita vissuta per il calcio
Ott 11, 2025

Dal giovane talento di Lanús alla leggenda dell’ Estudiantes e dei grandi club sudamericani, un uomo che ha respirato calcio fino all’ultimo giorno


Miguel Ángel Russo nacque a Lanús nel 1956, con una palla sempre tra i piedi. Fin da ragazzo, il calcio non era solo un gioco, ma una vera e propria ragione di vita. Le giovanili del San Lorenzo lo videro crescere, ma un infortunio e alcune questioni interne lo tennero lontano dai campi per un anno. In quell’epoca, un giocatore fermo per una stagione diventava “libero”: fu così che Carlos Román, per incarico di Pascual Antonio Ortuondo, lo portò all’ Estudiantes de La Plata. Con l’approvazione del “maestro” Miguel Ignomiriello, Russo convinse subito tutti con energia e talento, entrando nelle giovanili e firmando come giocatore dilettante.

Miguel Ángel Russo: “L’Estudiantes riassume la mia vita calcistica”

Negli anni successivi, l’Estudiantes lo accolse con calore e fiducia: Russo salì in Tercera e poi in Reserva, fino al debutto in prima squadra nel 1975, sotto la guida di Carlos Salvador Bilardo. Accanto a veterani come Rubén Pagnanini, Juan Ramón Verón e Carlos Pachamé, Russo imparò rapidamente i segreti del calcio d’élite. La sua crescita fu costante: nel 1977 divenne titolare e segnò il primo gol ufficiale, contro il grande rivale Gimnasia. Con determinazione e dedizione, divenne il cuore del centrocampo, sempre pronto a sacrificarsi per il bene della squadra.

Russo in una formazione dell’Estudiantes

Durante la sua carriera da giocatore, Russo disputò 431 partite ufficiali con la maglia dell’ Estudiantes, segnando 10 gol. Tra questi, uno resterà per sempre nella memoria dei tifosi: il terzo nella rimonta eroica contro il Gremio, un 3-3 con quattro giocatori in meno. Il giovane di Lanús aveva realizzato il sogno di ogni bambino: vivere di calcio.

In azione nell’Estudiantes contro il Boca Juniors di Diego Maradona

La sua carriera nella Nazionale argentina iniziò nel 1983, con il debutto in Copa América contro l’Ecuador. Partecipò a varie partite di qualificazione e tour internazionali, condividendo il campo con leggende come Maradona e Bochini. Tuttavia, un infortunio lo privò della possibilità di giocare il Mondiale 1986, uno dei momenti più dolorosi della sua vita da calciatore.

Russo festeggia con la Nazionale. Maradona incombe dietro di lui. Un infortunio gli impedì di giocare ai Mondiali del 1986 in Messico

Dopo il ritiro nel 1988, Russo non abbandonò il calcio. Accettò la sfida di allenare il Lanús, guidandolo a promozioni storiche e conquistando nuovamente la massima serie. Successivamente tornò all’ Estudiantes, contribuendo a riportare il club ai vertici con giocatori come Verón, Capria e Calderón. La sua carriera da tecnico lo portò anche all’estero: Universidad de Chile, Salamanca, Morelia, Millonarios, Alianza Lima e Cerro Porteño, lasciando sempre un segno indelebile ovunque andasse.

Russo e la Copa Libertadores. L’ultima vittoria del Boca Juniors

Il suo trionfo più grande arrivò al Boca Juniors, dove vinse la Copa Libertadores 2007 con un gruppo guidato dall’inimitabile Juan Román Riquelme. Seguirono esperienze con San Lorenzo, Rosario Central, Vélez e una lunga parentesi tra Sudamerica e Arabia Saudita. Nonostante la malattia che lo affliggeva negli ultimi anni, Russo rimase instancabile, portando la sua esperienza, la sua calma e il suo amore per il gioco ovunque.

Miguel Ángel Russo se n’è andato a 69 anni. Il calcio argentino e sudamericano piange un uomo che ha respirato pallone fino all’ultimo giorno, trasmettendo ai suoi giocatori valori di sacrificio, intelligenza e lealtà. Le lacrime di Estudiantes, Rosario Central e Boca Juniors raccontano la grandezza di chi, con una palla tra i piedi, ha insegnato a tutti cosa significa vivere per il calcio.

Mario Bocchio

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