
La favola del ragazzo di Sydney che O Rei portò in Brasile e che divenne il primo australiano a giocare nei professionisti in Italia
Renato Rene Colusso è stato un pioniere del calcio australiano. Nato nel 1956 a Sydney da genitori italiani – papà veneto e mamma toscana – divenne il primo calciatore cresciuto in Australia a trovare spazio nel professionismo italiano. La sua storia prende avvio nel 1972, grazie a un incontro destinato a segnargli la vita.

In quell’anno il Daily Mirror di Sydney organizzò un grande torneo per giovani calciatori, offrendo al migliore la possibilità di volare in Brasile. Alla partita conclusiva assistette anche Pelé, invitato come giudice d’eccezione. Fu proprio O Rei a indicare in quel quindicenne del Marconi, rapido e tecnico, il ragazzo più meritevole di affrontare l’avventura sudamericana.

Otto settimane dopo, Colusso si ritrovò dall’altra parte del mondo: allenamenti in Brasile con Zagallo, la possibilità di condividere il campo con Zico e nuovi incroci con Pelé, che stava vivendo le ultime stagioni della sua carriera. “Non ti faceva mai sentire a disagio – ricorderà anni dopo – nonostante fosse Pelé”.



Tre maglie per Colusso. Da sinistra: Arezzo, Alessandria e Akragas
Il passaggio in Italia arrivò poco dopo, quando il giornalista Maurizio Pagnin lo segnalò al Torino. Colusso riuscì così ad aprirsi la strada nel calcio tricolore, diventando il primo australiano a vestire la maglia di un club professionistico. La tappa più importante fu Pisa, dove attirò anche l’attenzione di Fiorentina e Juventus. Un grave infortunio al ginocchio frenò però le sue ambizioni, indirizzandolo verso un percorso nelle categorie minori con Arezzo, Alessandria, Akragas e Salernitana. Successivamente intraprese la carriera da allenatore, guidando come vice anche Avellino e Reggina.

Molti anni dopo, a Sydney, il destino lo mise di nuovo davanti a Pelé. Due vite diverse, intrecciate da un momento speciale che aveva cambiato per sempre la traiettoria di un ragazzo australiano con il pallone nei piedi.
Mario Bocchio