Il portiere volante di Asti: la leggenda di Censin Bosia
Set 18, 2025

Dallo scudetto con il Torino agli applausi in Spagna, fino allo stadio che oggi porta il suo nome

Torino: “Censin” Bosia, Libonatti, Janni e Baloncieri

Lo stadio di Asti porta il nome di Vincenzo “Censin” Bosia, ma non tutti conoscono la storia del piccolo grande portiere che fece sognare il calcio piemontese. Nato nel 1906 in una famiglia di bottai, Bosia si innamorò presto del pallone, parando i primi tiri improvvisati sul Campo del Palio. Minuto di statura ma agilissimo, conquistò la fiducia delle squadre locali fino a esordire giovanissimo con l’UCA.

Il salto di qualità arrivò nel 1925, durante il servizio militare a Torino: il presidente granata Enrico Marone Cinzano lo volle per il suo Toro. Bosia non tradì le attese: con la coppola in testa e i riflessi felini, collezionò quasi duecento presenze in Serie A, vincendo due scudetti (uno successivamente revocato), una Coppa Italia e regalando parate memorabili. Celebre la tournée del 1926 in Spagna, quando il Torino travolse 5-0 il Barcellona e lui difese la porta senza concedere un gol. In Sudamerica poi, nelle amichevoli contro River Plate e Boca Juniors, nel 1929, fu portato in trionfo per le sue prodezze.

La formazione del Toro con cui Bosìa vinse lo scudetto nella stagione 1927-’28

Chiusa la carriera granata, guidò da giocatore-allenatore il Vigevano fino alla Serie B e successivamente anche l’Asti, prima di tornare al lavoro di bottaio. Morì nel 1978, salutato da una folla commossa e da una delegazione del “suo” Torino.

Una parata durante la famosa partita in cui il Torino travolse il Barcellona per 5-0. Bosia indossa il tipico berretto all’irlandese in tweed



Il vecchio Comunale di via Petrarca, costruito negli anni Trenta e rinnovato nel dopoguerra, dal 1995 porta il suo nome: un tributo a quel portierino volante che da Asti arrivò a fermare persino il Barça.

Mario Bocchio

Condividi su: