Rampla Juniors, l’impresa del club nato sotto la bandiera italiana
Set 6, 2025

Nel 1927 la squadra del porto di Montevideo interruppe il dominio di Nacional e Peñarol conquistando uno storico campionato uruguaiano


All’inizio del Novecento il calcio uruguaiano era un duello ristretto a due sole forze: Nacional e Peñarol. Per oltre un decennio le sorti del titolo nazionale furono un affare privato tra questi due giganti. Poi, nel 1927, da un quartiere popolare e portuale di Montevideo sbucò l’outsider capace di rompere il monopolio: il Rampla Juniors.

Il Rampla Juniors nel 1922


Il club era nato nel 1914 nel cuore della Ciudad Vieja, a due passi dal porto. Il nome “Rampla” proveniva da una strada in discesa verso le banchine, mentre i colori sociali – il rosso e il verde – furono scelti ispirandosi alla bandiera della prima nave italiana approdata in quel molo. Un’origine popolare e marinara, che già racchiudeva un destino di battaglie contro i più forti.

Pedro Arispe

Quando partì il campionato del 1927, allargato a venti squadre, nessuno immaginava che la formazione allenata da José Pedro Colfina potesse arrivare fino in fondo. Eppure i “piccoli” di Rampla disponevano di uomini destinati a scrivere pagine importanti: il portiere Enrique Ballestrero, futuro campione del mondo nel 1930, e il difensore Pedro Arispe, instancabile operaio di mattatoio e colonna della Nazionale, formavano una retroguardia granitica. Davanti spiccavano Julio Nieto e Conrado Bidegain, entrambi capocannonieri del club con tredici reti.

Nel 1926 il Rampla Juniors raggiunse uno dei momenti più luminosi della propria storia, conquistando il “Torneo Speciale del Consiglio Provvisorio”. La fotografia di quella squadra, che ancora oggi resta impressa nella memoria dei tifosi, racconta un calcio d’altri tempi. In piedi, da sinistra a destra, si riconoscono Camilo Bondanza, Alfredo Castillo, Alfonso Rocco, il capitano Pedro Arispe – colonna della difesa uruguaiana campione olimpica – insieme a Guillermo Boffi, Enrique Ballestreros, Pedro Cabrera, Conrado Bidegain, Alberto Rampoldi e il massaggiatore A. Adán, figura immancabile nelle formazioni dell’epoca. Accovacciati, invece, compaiono José Bertone, Juan Masciadri, Atilio Patiño, Julio Nieto, Juan Carlos Vidal, José Magallanes e Vital Ruffatti, tutti protagonisti di quella cavalcata vittoriosa. Manca soltanto Juan Carlos Alzugaray, anch’egli parte integrante della squadra ma non presente nello scatto



Il cammino fu memorabile: trentotto partite, vittorie rotonde contro Peñarol (4-0) e Nacional (4-1), e una solidità difensiva che fece la differenza. Ballestrero incassò appena diciannove gol in tutto il torneo, un primato che nessuno poteva avvicinare. Il 5 febbraio 1928, battendo 3-0 l’Olimpia, il Rampla Juniors alzò al cielo il trofeo di campione d’Uruguay.

Una fase di gioco tra Rampla Juniors e Wanderers nel 1926


Fu un trionfo unico, il sogno realizzato di un club nato sul porto e cresciuto con i colori della bandiera italiana, capace per una volta di piegare i due colossi del calcio uruguaiano.

Mario Bocchio

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