
Il 15 ottobre 1977 al “Comunale” di Torino l’Italia travolse la Finlandia 6-1: quattro gol di Bettega segnarono l’inizio di una nuova era per la Nazionale
Torino, 15 ottobre 1977. Era un sabato pomeriggio d’autunno, con il sole pallido e l’umidità che annunciava l’inverno. Ma al Comunale, la luce era tutta dentro la squadra azzurra. L’Italia, reduce dal fallimentare Mondiale del ’74 in Germania, stava lentamente ricostruendo la propria identità sotto la guida di Enzo Bearzot. Dopo un periodo di esperimenti con i giovani e una fase di rinnovamento necessaria, il Ct friulano aveva finalmente carta bianca e stava plasmando una Nazionale moderna: solida in difesa, propositiva a centrocampo, capace di unire i principi del calcio totale con il pragmatismo italiano.

Il girone di qualificazione per i Mondiali del 1978 non era semplice. L’Inghilterra dominava la classifica e incuteva rispetto, mentre l’Italia inseguiva, con sei punti all’attivo, il sogno di prenotare il viaggio per Buenos Aires. La partita contro la Finlandia era decisiva: non bastava vincere, occorreva farlo con gol e convinzione.

Ed entrò in scena Roberto Bettega. L’attaccante della Juventus, già simbolo di una Torino che viveva tra il dominio bianconero e il Toro post-Superga, offrì una prestazione leggendaria. Quattro gol in poco più di un’ora, tutti eseguiti con la precisione e l’acrobazia che ne avevano fatto “Bobby Gol”. Ogni rete raccontava il suo talento: potenza fisica, senso del gioco, intelligenza tattica. In quel pomeriggio, Bettega divenne il volto del nuovo corso azzurro, incarnando la sintesi tra creatività e concretezza.

Non furono solo i gol di Bettega a rendere speciale quella giornata. Graziani e Zaccarelli completarono il punteggio, dando voce a una squadra “operaia”, fatta di uomini solidi e di talento. Il 6-1 finale non solo consolidò la classifica, ma infuse fiducia in una squadra destinata a sorprendere in Sudamerica. La trasferta inglese a Wembley, pur persa, non cancellò quanto costruito: l’Italia si qualificò battendo il Lussemburgo e guardò all’Argentina con occhi nuovi, consapevole del proprio valore.
Quel pomeriggio torinese resta memorabile non solo per i gol, ma per ciò che rappresentò: l’inizio di un ciclo vincente, la nascita di una Nazionale moderna, il preludio a emozioni e trionfi che avrebbero acceso il Paese nei Mondiali successivi. Bettega, con la sua prova straordinaria, si conquistò un posto nella storia e regalò agli italiani la certezza che un futuro luminoso era possibile.
Mario Bocchio