La Spal di Paolo Mazza, il sogno di provincia che sfiorò la gloria
Ago 25, 2025

Dalla Serie C alla finale di Coppa Italia: l’epopea del “Mago di campagna” che fece grande Ferrara

Negli anni in cui il calcio italiano cominciava a diventare industria e spettacolo, a Ferrara prendeva forma una favola di provincia. A scriverla fu Paolo Mazza, imprenditore con il pallone nel sangue, prima allenatore e poi presidente della Spal. Uomo di fiuto calcistico e di bilanci sempre in equilibrio, soprannominato non a caso il “Mago di campagna”, Mazza trasformò una piccola realtà in un laboratorio di talenti e in una squadra capace di tenere testa alle grandi del calcio nazionale.

Formazione della Spal nella stagione 1961-’62


La sua avventura parte nel dopoguerra, con la Spal inserita nella nuova Serie B. In pochi anni, grazie a cessioni oculate e acquisti mirati, gli estensi conquistano la storica promozione in Serie A del 1951, con un entusiasmo che trascina un’intera città. Nel decennio successivo, Ferrara diventa tappa insidiosa per tutti: a turno Juventus, Milan e Inter conoscono l’orgoglio biancazzurro, mentre tra le fila spalline crescono giocatori destinati a palcoscenici più grandi, da Picchi a Malatrasi, da Di Giacomo a Capello.

La Spal 1951-’52, alla prima giornata di campionato al “Comunale” di Torino contro la Juventus


Il vertice dell’epopea arriva nella primavera del 1962. Dopo aver eliminato Verona, Vicenza e Novara, la Spal compie l’impresa: travolge 4-1 la Juventus in semifinale, con Massei, Micheli e Cervato eroi di una serata storica. La finale di Coppa Italia, giocata all’Olimpico contro il Napoli neopromosso, sembra alla portata. Ma l’illusione dura poco: dopo l’1-1 firmato da Micheli, i partenopei trovano il gol decisivo di Ronzon. La Coppa sfuma, lasciando in eredità il rimpianto più grande della gestione Mazza.

Un undici spallino nel campionato di A 1959-’60, concluso al quinto posto


Gli anni successivi portano nuove salvezze sofferte, cessioni eccellenti e un lento declino, fino alla retrocessione del 1968. Ma la “Spal di Mazza” rimane impressa come uno dei simboli del calcio di provincia italiano: una squadra capace di trasformare sacrifici economici in sogni sportivi, di vendere i suoi gioielli ma di rigenerarsi sempre, di insegnare che anche una piccola città può scrivere pagine indimenticabili nella storia del pallone.

L’oriundo argentino Oscar Massei, 244 presenze nella Spal, abbracciato dal tecnico Francesco Petagna (nonno di Andrea)

Oggi lo stadio di Ferrara porta il nome di quel presidente visionario. È il segno che, anche a distanza di decenni, il pubblico spallino non ha dimenticato il periodo in cui il calcio italiano dovette imparare a fare i conti con il coraggio e l’ingegno del suo “Mago di campagna”.

Mario Bocchio

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