Romeo Menti, l’ala gentile che conquistò il Grande Torino
Ago 19, 2025

Dal Vicenza alla Fiorentina, fino ai giorni gloriosi accanto a Valentino Mazzola: storia di un talento che lasciò l’ultima firma nella leggenda granata.


Vicenza, 5 settembre 1919. In una famiglia dove il pallone era di casa, Romeo Menti cresce con la leggerezza di chi, già adolescente, sa incantare la platea. A soli sedici anni esordisce in Serie C con la maglia biancorossa, portando i Lanerossi a un passo dalla B grazie alla sua velocità e alla precisione sulle palle inattive.

Un giovane Menti nel Vicenza (a sinistra) e con la maglia della Fiorentina

Il talento non passa inosservato: nel 1938 la Fiorentina lo acquista per 68.000 lire. In viola, Menti vive stagioni intense: il ritorno in Serie A, la vittoria della Coppa Italia, il matrimonio con Giovanna e l’esordio in Nazionale, coronato da una tripletta alla Svizzera.

Menti III nel Grande Torino



La guerra ne rimescola il destino: passa al Torino, al Milan e persino alla piccola Stabia, vincendo il campionato dell’Italia liberata. Nel dopoguerra rientra in granata, trovando spazio nella formazione di Valentino Mazzola. Nei suoi allenamenti, le punizioni e i rigori mettono alla prova Bacigalupo, che spesso deve tuffarsi senza riuscire a fermarlo.

Il 3 maggio 1949, a Lisbona, un suo rigore contro il Benfica chiude sul 4-3 l’ultima partita del Grande Torino. Il giorno dopo, quell’aereo che riportava a casa la squadra non arriverà mai a destinazione. Di Romeo Menti resteranno i gol, il talento, e uno stadio di Vicenza che porta il suo nome, custode di una memoria che il tempo non ha sbiadito.

Mario Bocchio


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