Luigi Giuliano, il destino e il cuore del calcio
Ago 3, 2025

Solo il caso – o forse il destino – tenne Luigi Giuliano lontano da quell’aereo che, nel maggio del 1949, si schiantò sulla collina di Superga, spezzando i sogni del Grande Torino e dell’intero calcio italiano. E fu invece solo il suo talento, unito a una leadership silenziosa, a renderlo capitano della Roma e a permettergli di firmare il primo gol della leggendaria stagione che portò alla vittoria della Coppa delle Fiere 1960-’61.

La squadra Riserve del “Grande Torino” 1948-’49 (foto pagina Fb “Il Mio Toro di Sandro Bertolino”)



iovane promessa della Pro Vercelli, Giuliano viene scoperto da Ferruccio Novo, presidente del Torino, e dall’allenatore ungherese Ernest Egri Erbstein, scampato ai lager nazisti. Proprio Erbstein, intuendone il potenziale, lo promuove dalla Primavera alla prima squadra. L’esordio è subito un successo: segna contro il Bologna.

Quando la squadra parte per Lisbona, però, Giuliano resta a terra. Il passaporto non arriva in tempo. Con lui, restano anche Tomà, infortunato, e il secondo portiere Gandolfi, che aveva ceduto il posto sull’aereo al fratello di Ballarin. È così che Giuliano, unico giovane già inserito stabilmente in prima squadra, si salva.

Luigi Giuliano nella Roma


Dopo la tragedia, si ritrova capitano di un Torino devastato. Gioca da mediano, ma non è solo un uomo di interdizione: possiede tecnica e carisma, guidando con l’esempio più che con le parole. In granata disputa 125 partite di campionato, fino al 1954. Ma il Torino, ormai vicino alla bancarotta, è costretto a venderlo alla Roma per 80 milioni di lire.

Con la maglia giallorossa giocherà fino al 1962, totalizzando 157 presenze tra campionato e coppe, molte delle quali da capitano. Debutta anche in Nazionale nel 1955, in un’amichevole contro l’Ungheria, sarà la sua unica apparizione in azzurro.

Al suo arrivo a Roma, il Corriere dello Sport lo definisce “il giocatore più tecnico della nuova generazione”. L’allenatore Jesse Carver, che l’aveva già avuto al Torino, sa cosa aspettarsi da lui, e Giuliano non lo delude. Viene nominato capitano già nell’ottobre 1954, in una sfida contro l’Inter, e guida la squadra anche nella memorabile amichevole a Caracas contro il Real Madrid.

La Roma che conquistò la Coppa delle Fiere nel 1961



Anno dopo anno, la Roma scopre in lui un punto fermo. È suo il diagonale rasoterra che apre le marcature nel 4-1 rifilato all’Union Saint-Gilloise, dopo lo 0-0 dell’andata in Belgio: un gol che segna l’inizio del trionfale cammino nella Coppa delle Fiere.

Negli ultimi anni di carriera, tormentato da problemi fisici, gioca meno ma resta una presenza fondamentale nello spogliatoio. Il 3 dicembre 1961, all’intervallo della partita contro la Spal, con la Roma sotto di un gol, il presidente Anacleto Gianni scende negli spogliatoi per motivare i giocatori. Giuliano lo guarda e scommette: “Presidente, vinceremo con tre gol di scarto”. Finirà 4-1.

Insieme all’immenso Pelé

Prima dell’addio al calcio, trova anche il tempo per incrociare Pelé, in un’amichevole contro il Santos per il torneo del centenario.

Con la sua eleganza in campo e la sua forza tranquilla, Luigi Giuliano ha incarnato lo spirito di due squadre leggendarie. Un simbolo silenzioso ma indimenticabile del calcio italiano.

Mario Bocchio

Condividi su: