Carlos Alberto Bianchezi: meteora brasiliana tra Atalanta e leggenda minore
Ago 2, 2025

A metà strada tra il colpo giusto e il bidone, Carlos Alberto Bianchezi resta uno di quei nomi che fanno sorridere i tifosi più nostalgici. Brasiliano, capelli lunghi e baffi, sfrecciò nella Serie A come una meteora: una sola stagione con l’Atalanta, 8 gol, alcuni pesanti. Poi il vento lo portò via.

Negli almanacchi lo trovate in tre versioni: Bianchezi, Careca Bianchezi, o addirittura Careca III. Già, perché “Careca” in Brasile significa “pelato”, ma è anche un soprannome celebre, legato soprattutto al Careca del Napoli. Il nostro, invece, era il terzo della fila: meno famoso, più confusionario.

Bianchezi nell’Atalanta



Arrivava dal Palmeiras, scelto dall’Atalanta nell’estate del 1991 per raccogliere l’eredità del connazionale Evair. Non male come pedigree: aveva pure assaggiato la nazionale brasiliana, in una fase di caccia disperata a una spalla per il “vero” Careca. Ci finì quasi per caso, dopo un provino fatto mentre stava facendo il militare. Cercavano un altro, trovarono lui. Tutto sommato, un buon affare.

Bianchezi nel Palmeiras (a sinistra) e con la maglia dei messicani del Monterrey

Nel 1991 disputa la Copa América, convocato da Falcão. Ma la sua avventura dura poco: contro l’Argentina, nella seconda fase a gironi, rifila una gomitata a Ruggeri. Rosso diretto. Fine della storia in maglia verdeoro.

Careca III contro il Napoli



Ma il talento c’era: attaccante snello, non molto alto, sinistro delicato. E infatti l’Atalanta lo lancia subito: il 20 ottobre 1991, a Marassi, rifila un 2-0 alla Sampdoria campione d’Italia. Lui segna il primo, umiliando un certo Vierchowod, e partecipa all’azione del secondo, con Caniggia a completare la festa. La strana coppia sudamericana funziona.

Bianchezi toccato duro

Altra perla: contro l’Inter, ultima d’andata. Segna su rigore l’1-0, ed è la sconfitta che costa la panchina a Corrado Orrico. Va in gol anche contro la Cremonese, in un 1-1 passato alla storia per il gol del pareggio firmato… dal portiere Rampulla.



Ma Bianchezi era anche fumantino. Lo aveva dimostrato col Brasile, lo conferma in Italia: due espulsioni in campionato contro il Parma, una in Coppa Italia contro la Juventus, e una scena poco elegante a Padova, dove saluta i tifosi con un dito medio.

Dopo un solo anno a Bergamo, chiude la carriera in Messico con il Monterrey. Una stagione, qualche lampo, e tanti “se”. Meteora sì, ma con stile.

Mario Bocchio

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