
Ci sono momenti nella storia del calcio che restano scolpiti nella memoria collettiva. Uno di questi è il 28 marzo 1993, il giorno in cui un giovane talento di appena 16 anni fece il suo esordio con la maglia della Roma, scrivendo la prima pagina di una carriera straordinaria. Quel ragazzo si chiamava Francesco Totti.
Era la venticinquesima giornata del campionato di Serie A 1992-’93. La Roma, allenata da Vujadin Boškov, si trovava in trasferta contro il Brescia. La partita sembrava già decisa quando, al minuto 87, l’allenatore giallorosso decise di concedere un’opportunità a un giovane promettente del settore giovanile.
Al posto di Ruggiero Rizzitelli, entrò in campo Francesco Totti. Per molti fu un cambio come un altro, ma quel momento segnò l’inizio di una leggenda. Con la maglia numero 14 sulle spalle, Totti calcò il prato del Rigamonti per la prima volta in una gara ufficiale, emozionato ma determinato a mostrare il suo valore.

Già nelle giovanili della Roma, Totti era considerato un talento fuori dal comune. Cresciuto con il mito di Giuseppe Giannini, il giovane fantasista romano aveva impressionato tutti per la sua tecnica sopraffina e la visione di gioco. Il suo esordio in prima squadra fu il primo passo di un percorso che lo avrebbe portato a diventare il simbolo assoluto della Roma.
Dopo quell’esordio, Totti avrebbe dovuto attendere qualche mese prima di trovare spazio con continuità, ma il suo destino era già scritto. Con il tempo, si sarebbe imposto come capitano, trascinatore e bandiera della Roma, diventando il giocatore con più presenze e gol nella storia del club.
La sua carriera avrebbe raggiunto l’apice con la vittoria dello Scudetto nel 2001 e il trionfo con la Nazionale italiana ai Mondiali del 2006. Ma tutto ebbe inizio quel 28 marzo 1993, in una fredda giornata a Brescia, quando un ragazzo con il sogno di giocare per la sua Roma fece il primo passo verso la leggenda.
Mario Bocchio