Sergio Notarnicola: il portiere dell’esordio di Gianni Rivera
Mar 11, 2025

Sergio Notarnicola nacque a Tivoli il 27 febbraio 1935. Fin da giovane dimostrò una grande passione per il calcio, crescendo nelle giovanili della Lazio. Tuttavia, la sua carriera prese una piega particolare quando si trasferì con la famiglia negli Stati Uniti. A New York, entrò a far parte della squadra dei Brooklyn Italians, una formazione composta prevalentemente da italoamericani, e riuscì persino a disputare alcune partite con la nazionale statunitense.

Dopo l’esperienza americana, Notarnicola fece ritorno in Italia, dove venne ingaggiato dal Torino come secondo portiere per la stagione 1957-‘58. Tuttavia, non riuscì a trovare spazio in prima squadra e nell’ottobre 1958 l’Alessandria, bisognosa di un portiere a causa di infortuni tra i titolari, decise di affidarsi a lui. Fu così che Notarnicola ebbe la sua grande occasione.

Campionato 1958-’59: il giovedì prima di un’altra trasferta impossibile, a “San Siro” contro il Milan di Maldini, Liedholm, Schiaffino, Altafini, Grillo e Danova, capitan Pedroni convocò quattro portieri in prova e alla fine la scelta cadde proprio su Sergio Notarnicola, giocatore dal fisico lungo e smilzo, con una lingua di capelli bianchi che faceva capolino sul capo. Si era distinto per la freddezza tra i pali, la buona scelta di tempo nelle uscite, il non ricercare mai la parata plateale. Domenica 19 ottobre 1958 l’Alessandria fece dunque visita ai futuri campioni d’Italia. Ecco il ricordo di quella giornata direttamente dall’ex portiere Notarnicola: “Dopo appena sedici secondi si scatenarono i milanisti e dopo venti minuti perdevamo già 4-0. Iniziò la ripresa e ad un certo punto l’arbitro concesse un rigore al Milan e, come consuetudine, fu Nils Liedholm ad apprestarsi alla trasformazione. Era sicuro di sé, io lo fintai andando a sinistra e lui di sinistro calciò sicuro di trafiggermi, ma con un balzo fermai il tiro. Ci rimase male, mentre io mi caricai ed iniziai una sfida personale con gli attaccanti rossoneri. Il secondo tempo vide solo un gol per parte ed anche se il risultato finale 5-1 ci condannava, si parlò molto di quel rigore e delle mie parate”

Il debutto in Serie A avvenne il 19 ottobre 1958 in una difficile partita contro il Milan. Nonostante la sconfitta per 5-1, il giovane numero 1 si mise in evidenza parando un rigore a Nils Liedholm, uno dei più grandi campioni dell’epoca. Questo episodio gli valse subito il rispetto dei compagni e dei tifosi.

Durante le quattro stagioni con l’Alessandria, Notarnicola divenne una figura chiave della squadra, soprattutto per la sua capacità di effettuare parate spettacolari. Giocò un totale di 44 gare in Serie A e 2 in Coppa Italia con i Grigi, rimanendo anche dopo la retrocessione della squadra in Serie B nel 1960.

Alessandria e Pro Patria scendono sul terreno di gioco del “Moccagatta”. Il portiere dei Grigi è Sergio Notarnicola

Una particolarità del suo periodo con l’Alessandria furono le sue maglie da gioco. In un’epoca in cui i portieri indossavano prevalentemente maglie nere, Notarnicola era noto per sfoggiare divise più vivaci, con tonalità che variavano dal verde brillante al giallo ocra. Questa scelta, eredità statunitense, non solo lo distingueva in campo, ma rifletteva anche il suo carattere deciso e la sua volontà di imporsi come protagonista.

Un altro fatto storico legato alla sua carriera è che fu lui il portiere dell’Alessandria nella partita del 2 giugno 1959 contro l’Inter, quando un giovanissimo Gianni Rivera fece il suo esordio in Serie A a soli 15 anni. Questo evento segnò l’inizio della carriera di uno dei più grandi talenti del calcio italiano, e Notarnicola ebbe l’onore di essere tra i protagonisti di quella giornata storica.

Proprio il 2 giugno del’59 è ancora oggi una data importante, non solo per il calcio alessandrino ma anche per quello internazionale e nazionale: in riva al Tanaro è in programma la sfida tra l’Alessandria e l’Inter e la squadra grigia viene schierata con un giovanissimo alessandrino al suo esordio nella massima categoria: Notarnicola, Boniardi, Giacomazzi, Snidero, Pedroni, Pistorello, Filini, Rivera, Vonlanthen, Moriggi e Tacchi. Il sedicenne Rivera inizia il suo cammino nel firmamento del calcio. “La partita si apre con le raccomandazioni di Pedroni ai vari Invernizzi, Lindskog e Bicicli di non eccedere in maltrattamenti – non ha mai dimenticato Notarnicola -. Rivera incominciò a giocare con una disarmante tranquillità se rapportata alla sua età, mettendo in risalto una classe non comune. Segnò il nerazzurro Firmani e Pistrorello pareggiò su rigore. Noi eravamo già salvi e l’Inter non aveva più possibilità di lottare per lo scudetto, ma vi era un giocatore che voleva continuare a segnare per battere il record: era Antonio Valentin Angelillo ed i compagni cercavano di continuo di passargli la palla. La gara si trasformò in una lotta all’ultimo coltello tra me e lui, ma alla fine il risultato rimase 1-1, anche se più di una volta Pedroni mi si avvicinò pregandomi di lasciargli fare ‘quel maledetto gol, così finisce questa sofferenza!’. La domenica successiva Angelillo mise a segno una doppietta ed il record fu suo”.

Dopo l’esperienza con l’Alessandria, Notarnicola proseguì la carriera con il Foggia, prima di trasferirsi al Piacenza, dove ritrovò continuità e la fiducia dell’allenatore Sandro Puppo. Terminata la carriera da calciatore, decise di stabilirsi proprio ad Alessandria, città che lo aveva accolto e dove si sentiva a casa.

Lasciato il mondo del calcio giocato, si dedicò all’attività commerciale, rimanendo sempre vicino alla squadra e ai tifosi. Era spesso presente agli eventi del club e alle celebrazioni delle vecchie glorie dell’Alessandria.

Stagione 1961-’62, l’Alessandria in B. In piedi, da sinistra: Soncini, Vitali, Rizzo, Schiavoni, Migliavacca e Bassi. Accosciati, sempre da sinistra: Notarnicola, Vanara, Sperati, Giacomazzi e Cappellaro

Il 27 febbraio 2025, Sergio Notarnicola ha festeggiato il suo 90° compleanno, circondato dall’affetto della famiglia e degli amici. Purtroppo, pochi giorni dopo, il 9 marzo 2025, si è spento, lasciando un grande vuoto nel cuore degli appassionati di calcio e di tutti coloro che avevano avuto la fortuna di conoscerlo.

La sua eredità sportiva rimane impressa nella storia dell’Alessandria e nei racconti dei tifosi che lo hanno visto volare tra i pali con le sue maglie dai colori sgargianti, simbolo di un’epoca in cui il calcio era passione, sacrificio e cuore.

Mario Bocchio

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