Boro, il talento balcanico che finì tra i dilettanti
Mar 3, 2025

Nel vasto panorama dei talenti jugoslavi degli anni ’80, Borislav Cvetković ha rappresentato un attaccante di qualità e dinamismo, capace di lasciare il segno in patria e di raccogliere meno del previsto in Italia. Nato il 30 settembre 1962 a Karlovac, in Croazia, Cvetković ha iniziato la sua carriera nella Dinamo Zagabria, dove è esploso,  per poi consacrarsi alla grande ribalta con la a Stella Rossa di Belgrado. Il suo talento lo portò anche a vestire la maglia della nazionale jugoslava, con cui prese parte agli Europei del 1984.

Nella Dinamo Zagabria

Dopo essersi formato nelle giovanili della Dinamo Zagabria, Cvetković esordì nel calcio professionistico con il club croato, dove mise in mostra le sue doti di attaccante rapido e versatile. La ribalta assoluta arrivò con il trasferimento alla Stella Rossa nel 1986, un club che dominava la scena jugoslava e che avrebbe poi vinto la Coppa dei Campioni. La Stella Rossa di Cvetković conquistò il sedicesimo campionato nazionale della sua storia.

Con la maglia della Stella Rossa

Nel 1984, fu chiamato a rappresentare la Jugoslavia ai Campionati Europei disputati in Francia. Sebbene la squadra non andò oltre la fase a gironi, venne schierato contro Danimarca e Belgio, e l’esperienza internazionale consolidò la sua reputazione come attaccante di valore.

Nel 1988, Cvetković fece il salto in Serie A, approdando all’Ascoli di Costantino Rozzi. La squadra marchigiana, guidata da Ilario Castagner (poi sostituito da Eugenio Bersellini), cercava di rafforzare il proprio reparto offensivo, e il giocatore jugoslavo sembrava l’innesto ideale. Tuttavia, la sua esperienza ad Ascoli, durata due annate in A e uno in B, complice un infortunio, non fu particolarmente brillante: a Cvetković non venne rinnovato il contratto.

Con la casacca bianconera dell’Ascoli

La Jugoslavia si sta disgregando, divampa la guerra e lui vuole rimanere in Italia insieme alla moglie Vesna, ma non ha richieste.

Ricordi ascolani

Alla fine decide di proseguire la carriera nelle categorie inferiori, vestendo le maglie della Maceratese e della Casertana, ma prima deve darsi da fare per ottenere il permesso di rimanere visto che ha perso lo status di giocatore professionista. Il biondo “Boro” è anche in difficoltà economica. A Macerata vive un momento di rinnovata popolarità, visto che è tra i giocatori di maggior peso che trascinano la squadra in C2.

Chiuderà la carriera calcistica nel 1995 con il Borac Čačak, un club serbo e serba è la moglie.

Con la “stella” brasiliana Casagrande, sulle figurine

Che dire? Borislav Cvetković è certamente stato un giocatore dal talento cristallino, ma forse mai del tutto esploso nel grande calcio internazionale. Dopo aver brillato in patria con la Stella Rossa e aver partecipato a una competizioni prestigiose come gli Europei (anche Under 21) e le Olimpiadi (medaglia di bronzo nel 1984 a Los Angeles), la sua carriera in Italia non ha raggiunto le vette sperate.

La sua parabola calcistica testimonia il fascino di un’epoca in cui i calciatori dell’ex Jugoslavia rappresentavano un valore aggiunto per i campionati europei, portando con sé tecnica e fantasia.

Oggi, il suo nome è legato a una generazione di attaccanti balcanici che hanno cercato fortuna all’estero, contribuendo alla diffusione del calcio jugoslavo oltre i confini nazionali. Sebbene la sua carriera non abbia avuto il successo di alcuni suoi connazionali, Borislav Cvetković rimane un giocatore che ha saputo comunque lasciare il segno del suo passaggio, anche se in maniera meno appariscente rispetto ai grandi campioni della sua epoca.

Mario Bocchio

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