Lo scorso 11 gennaio è venuto a mancare Domenico Ballatore, storico commerciante ittico sambenedettese. Conosciuto e, soprattutto, ben voluto da tutti. Tra questi, c’è anche Gregorio Basilico, uno dei calciatori simbolo della Sambenedettese anni Settanta.
“Ammetto che la sua scomparsa mi ha toccato parecchio, sono ancora scosso. Quando sono arrivato a San Benedetto (da Cogliate, NdR) è stato uno dei miei primi amici, era una persona squisita”. I ricordi legati a Domenico Ballatore sono tanti. A partire dalla storica cantina di “Mazzucche”, “base” dei tifosi della Samb, dei calciatori e della famiglia Ballatore.
Il mitico “Mazzucche” era il papà della moglie di Domenico. Un legame che teneva insieme Domenico, Gregorio e le rispettive famiglie: “Spesso ero ospite a casa sua. Lui e sua moglie Rosa hanno fatto da padrino e madrina a mia figlia Valentina nel giorno della sua cresima”.
Una storica amicizia, fatta di lealtà, rispetto e tanti sorrisi. Erano innumerevoli gli scherzi che vedevano protagonisti Domenico e Gregorio, uno su tutti quello dei “barattoli di pomodoro”. Ovvero? Lo racconta lo stesso Gregorio.
“Io e mia moglie andammo al ‘Cinema delle Palme’ e decisi di parcheggiare la macchina sotto casa di Domenico. Lo contattai per avvertirlo e con fare sicuro mi disse ‘muratore – a lui piaceva chiamarmi così – non ti preoccupare!’. Quando uscimmo mi trovai una sorpresa”.
Gregorio accende la macchina, percorre qualche metro ma è subito costretto a fermarsi: c’è qualcosa attaccato alla macchina: “Domenico mi legò delle scatolette vuote di pomodoro e tonno al tubo di scappamento. Quando vide che io scesi per controllare cosa ci fosse, si affacciò dal balcone e in modo scherzoso urlò ancora una volta ‘muratore!’”. Oltre una semplice conoscenza: “Era una grande persona, oltre che un grande amico”.
Gregorio Basilico, ala sinistra, nasce a Cogliate, nel Milanese, il 4 gennaio 1950. Cresce nel Como dove esordisce in serie B nel torneo 1969-‘70 il 21 settembre 1969 contro il Catania, 0-2.
L’anno seguente passa al Sant’Angelo Lodigiano in serie D per poi giocare fino al novembre 1972 con la Lucchese in C allenata, il primo anno, da Marino Bergamasco.
È l’allenatore triestino che, chiamato dalla Samb, porterà nella riviera delle palme la fortissima ala sinistra che giocherà con la maglia rossoblù fino al giugno 1980; nel mezzo, 1976-‘77 e 1977-‘78, Gregorio gioca due tornei, 36 gare in serie A con il Genoa, realizzando una rete il 9 gennaio 1977 a “Marassi” contro il Cesena, 4-1.
Dopo aver lasciato la Samb giocherà un anno nella Reggina in C1, due anni a Busto Arsizio con la Pro Patria (una promozione in C1 e una retrocessione in C2), un anno a Gallarate (nell’Interregionale, attuale serie D) per “appendere le scarpette al chiodo” sul lago di Como, a Lecco, nel torneo Interregionale 1984-‘85.
Basilico vive a San Benedetto gli anni più belli e vittoriosi della sua carriera, non considerando i due anni trascorsi nella massima serie a Genova.
Ricordi nella Samb
“Figlio adottivo” dell’indimenticabile mister Marino Bergamasco, esordisce nella vittoriosa trasferta di Pisa 1-0 il 5 novembre 1972.
Segna la sua prima rete con la Samb a Ferrara contro la Spal il 21 gennaio 1973 realizzando il gol del pareggio. Alla Spal segnerà altre due reti, una nel girone di ritorno al “Ballarin” il 10 giugno 1973, 2-2, e l’altra (suo primo gol in Serie B) il 29 settembre 1974 al “Ballarin”, il gol del momentaneo 2-1 (2-2 finale) nella prima giornata di campionato dopo il trionfale ritorno in serie B dei rossoblù.
Degli undici gol messi a segno nelle 146 (139 nella “SamBergamasco”) gare con la Samb, Gregorio ne realizza 7 in casa e 4 in trasferta, nove decisive. Oltre le undici reti realizzate, Basilico, grazie alla sua velocità e propensione offensiva, riesce a procurarsi decine di calci di rigore per lo più trasformati da “Bomber” Chimenti.
L’ultima sua gara in rossoblù è quella sfortunata contro il Vicenza 0-1 (verrà sostituito al 10’del secondo tempo da Marco Romiti), al “Ballarin”, il 1 giugno 1980 che, in pratica, segna la fine dell’era Bergamasco con l’immeritata retrocessione in C1 a Pisa la domenica successiva, vanificando il “miracoloso” recupero dopo una disastrosa partenza (1 punto dopo 7 gare, allenatore Pietro Maroso fino alla sesta giornata compresa).
Gregorio e mister Bergamasco (tra l’altro osservatore del Milan) non si perderanno mai più di vista e resteranno grandi amici (abiteranno entrambi nel capoluogo lombardo) fino alla scomparsa del trainer triestino avvenuta il 22 gennaio 2010.
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