L’ansia di Menotti per Nanninga
Dic 22, 2024

La leggenda narra (vero?) che Menotti, prima della finale dei Mondiali del ’78, si preoccupasse solo di una cosa dei rivali: se Dick Nanninga sarebbe stato titolare, visto che è bene ricordare che, in quel momento, lui era certamente uno di quelli in grado di fare la differenza. Poi ha inviato uno dei suoi assistenti all’ultimo allenamento della squadra olandese con quella missione specifica. L’allenatore argentino riteneva che l’attaccante olandese fosse molto forte nel gioco aereo e, se avesse avuto la possibilità di entrare, avrebbe voluto costruire la sua squadra con un uomo adatto per neutralizzarlo.

“El Flaco” Menotti e il suo vice Roberto Saporiti

Al ritorno dagli allenamenti degli Orange, Flaco, ansioso, si è confrontato con il suo assistente: “E Nanninga gioca oppure no?”. “Calmati, César, non va nemmeno in panca”.  Chi ha raccontato l’aneddoto (che non abbiamo potuto verificare) non ha detto nulla della reazione di Menotti quando ha visto che Nanninga faceva parte dei sostituti olandesi. Per non parlare di quando lo vide entrare al posto di Johnny Rep con ancora mezz’ora da giocare. E ancora meno quando, su cross dalla destra di René van de Kerkhof, lo vide salire in area e pareggiare la finale quando l’Argentina stava già assaporando il suo primo titolo mondiale.

La gioia di Nanninga dopo il gol all’Argentina nella finalissima

El Gráfico ha pubblicato un articolo su Roberto Saporiti – assistente di Flaco in quei Mondiali – in cui evidenziamo questo estratto.

“La sera prima della finale del ’78, Menotti mi disse che avrebbe messo in panchina Killer al posto di Oviedo, nel caso in cui l’Olanda avesse scelto Naninga, che era un grande. Gli ho detto che Nanninga era infortunato, che Oviedo mi sembrava migliore. Ci pensò su e decise la formazione.  Mi sono seduto da un lato della panchina e Flaco dall’altro, con Poncini, per avere visioni diverse. All’improvviso sento: ‘Rospo, fica di tua madre, guarda chi si scalda!’. Era Naninga. ‘Rospo, e quella maledetta madre che mi ha messo al mondo, perché diavolo avrei dovuto ascoltarti?’, ha continuato. Il punto è che lui è entrato, Larrosa si è fatto prendere dall’ansia del fuorigioco e Naninga ha segnato l’1-1. Cose che accadono”.

Mario Bocchio

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