Il Catanzaro in serie A. Evviva la Calabria
Dic 18, 2024

Stadio “San Paolo” di Napoli, ore 18,40 del 27 giugno 1971: la voce di Sandro Ciotti annuncia il gol della vittoria del Catanzaro sui favoritissimi biancorossi del Bari nello spareggio per la promozione in Serie A. Angelo Mammì, centravanti nativo di Reggio Calabria detto “Caribù“, diventa l’idolo di una intera città. Ma riavvolgiamo il nastro. Dopo la tribolata salvezza ottenuta nella stagione precedente, il presidente Nicola Ceravolo decide di affidare la guida tecnica della squadra all’esordiente Gianni Seghedoni, limitandosi tuttavia a qualche lieve ritocco della rosa che in seguito si rivelerà decisivo. La squadra, partita con ambizioni limitate, si inserisce subito nel novero delle candidate alla promozione vincendo le prime tre gare e tenendo testa alle altre tre concorrenti (Atalanta, Bari e Mantova) fino alla fine del girone di ritorno, quando tre sconfitte consecutive la fanno scivolare a -6 dalla zona promozione.

Una formazione del Catanzaro 1970-’71

Nel corso del girone di ritorno il Catanzaro migliora ulteriormente il proprio rendimento, unica a ottenere 27 punti nel ritorno, arrivando a due giornate dal termine con due punti di svantaggio sulle altre concorrenti. Una vittoria sofferta contro il Livorno permette poi l’aggancio di Atalanta e Bari, mentre all’ultima giornata un successo nello scontro diretto con il Brescia secondo estromette le rondinelle dalla zona promozione a vantaggio dei giallorossi, costretti però a dover giocare un mini-torneo di spareggio con Atalanta e Bari classificatesi a pari merito.

La gigantesca A eretta sul corso Mazzini nell’estate del 1971

Il primo incontro vede di fronte Atalanta e Bari giocata a Bologna, con i bergamaschi che hanno la meglio sui baresi ma che comunque si vedono concedere la vittoria per 2-0 a tavolino per via degli incidenti provocati dai tifosi pugliesi. Tre giorni dopo, sempre a Bologna, il Catanzaro affronta l’Atalanta che, complice un gol di Maggioni all’88’ lo vede arrendersi e a rimandare la promozione.

Gianni Seghedoni, l’allenatore detto “il sergente di ferro”

Si arriva così al 27 giugno. In campo neutro a Napoli, al termine di un incontro spigoloso, Mammì di testa insacca in rete mandando in estasi il popolo giallorosso. Il Catanzaro, l’intera Calabria, entra per la prima volta nell’olimpo del calcio italiano.

Rievochiamo quel gol come venne descritto su un quotidiano dell’epoca: “Una saettante triangolazione Braca-Franzon-Gori dà la possibilità al ‘trottolino’ di intraprendere un nuovo affondo sulla sinistra, poco dentro il limite dell’area nella posizione di mezzala sinistra: la sua piroetta sconvolge i difensori biancorossi; Gori giunge a tu per tu col portiere e lo supera con un pallonetto diabolico, prima che la sfera apparentemente destinata a colpire la parte interna del montante più lontano, superi la linea bianca, giunge con la velocità del fulmine Angelo Mammì, che di testa si scaraventa letteralmente assieme al pallone nella rete“.  Rimarrà per sempre impresso negli occhi dei tifosi giallorossi il titolo di copertina che il Corriere dello Sport dedica all’evento: “Il Catanzaro in serie A. Evviva la Calabria”.

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