Se la relazione sistema farmacologico del calcio-malattia-morte è ancora da verificare, tornando indietro nel tempo va menzionato il primo decesso accertato per doping della storia. È quello del ciclista inglese Tom Simpson morto nel luglio del 1967 sulle micidiali rampe del Mont Ventoux al Tour de France (assunse anfetamine per non sentire la fatica). Improvvisa e sospetta era stata la morte nel sonno a soli 38 anni della velocista stratuniterse Florence Griffith-Joyner. La prima morte improvvisa nel calcio italiano risale al 16 marzo del 1969, quella di Giuliano Taccola. A soli 25 anni l’attaccante della Roma morì per un malore dopo aver assistito alla patita tra i giallorossi ed il Cagliari dalla tribuna (il giorno prima aveva assunto farmaci contro la febbre).
Nella Colligiana agli inizi degli anni Sessanta
Nel football italiano i soli morti di Sla (la Sclerosi laterale amiotrofica, nota anche come malattia di Lou Gehrig), sono oltre quaranta (33 dagli anni ’60 ad oggi). Il magistrato torinese Raffaele Guariniello, che definì la “malattia professionale” dei calciatori, nel 1999 aprì un’inchiesta dove emersero diverse ipotesi, tra cui il fatto che sui campi da calcio si fa uso di pesticidi e diserbanti. Il caso di Sla che aveva colpito particolarmente l’opinione pubblica era stato quello di Stefano Borgonovo, morto nel luglio del 2013 a soli 49 anni.
L’ex attaccante di Fiorentina e Milan, chiamava “La Stronza” la malattia che lo aveva reso immobile su una sedia a rotelle costringendolo a parlare attraverso un sintetizzatore vocale. Morto a soli 42 anni per Sla anche Gianluca Signorini. La Sclerosi laterale amiotrofica ha ucciso tanti, tra di essi anche Pietro Anastasi (71 anni), attaccante della Juventus e della Nazionale, l’ex difensore di Roma e Fiorentina Giovanni Bertini (68 anni) ed Albano Canazza (38 anni).
Negli anni 2000 si è registrato un significativo numero di decessi di ex giocatori (alcuni negli anni ’70 hanno militato anche nella Fiorentina). Si tratta di Marcello Giusti morto a 54 anni nel 1999 per tumore cerebrale, Carlo Tagnin scomparso a 67 anni nel 2000 per osteosarcoma, Mauro Bicicli deceduto a 66 anni nel 2001 per tumore al fegato, Ferdinando Miniussi spirato a 61 anni nel 2001 per epatite C, Giacinto Facchetti morto a 64 anni nel 2006 per tumore al pancreas, Giuseppe Longoni scomparso a 64 anni nel 2006 per vasculopatia cronica, Enea Masiero spirato a 65 anni nel 2009 per tumore e Ferruccio Mazzola spentosi dopo una lunga malattia a 68 anni nel 2013.
Marcello Giusti ha vestito la maglia biancorossa della Colligiana solo nella fase iniziale della sua carriera, tra la fine degli anni 50 e l’inizio degli anni 60.
Passato nella Primavera dell’Inter si è messo in luce fino al punto di attirare l’attenzione della stampa sportiva, tanto che la Gazzetta dello Sport salutava Giusti come il ”novello Corso”, e quella del Mago Helenio Herrera.
Giocava nella formazione delle riserve della prima squadra, con Gianfranco Bedin e Bobo Gori, giocatori con cui ha disputato un Torneo di Viareggio. Passato alla Civitanovese vi disputa alcuni campionati prima di dedicarsi all’attività di allenatore del settore giovanile che ha poi continuato una volta tornato a Colle Val d’Elsa.