«Superman è rumeno»
Dic 3, 2024

Cresciuto calcisticamente nelle squadre della sua città natale, il Constructorul Arad e l’UT Arad (con cui debuttò nella Divizia A, la prima divisione rumena, nel 1978-‘79), fu acquistato dalla Steaua nel 1982. Di fisico slanciato e potente e dotato di ottimi riflessi, non gli fu difficile conquistare il ruolo di titolare nella squadra di Emerich Jenei. Divenuto campione di Romania nel 1984-‘85 e vinta nello stesso anno la Coppa nazionale, fu nella stagione successiva l’eroe della Steaua regina sia di Romania che d’Europa. L’eccezionale performance di Duckadam impressionò gli sportivi e i giornalisti di tutto il mondo, tanto che l’indomani il quotidiano italiano Corriere dello Sport scrisse in prima pagina «Superman è rumeno».

Il portiere romeno nella notte di Siviglia

La notte del 7 maggio 1986, notte della finale di Coppa dei Campioni tra la Steaua di Bucarest e il Barcellona fu nominata da tutti gli addetti ai lavori, da tutti i giornali, come: “La magica notte di Duckadam”.

La Steaua mostra la Coppa dei Campioni ai tifosi nel proprio stadio

La partita aveva il risultato scritto sulla pietra, dato che si giocava a Siviglia, in piena roccaforte spagnola. In realtà così non fu e al termine di centoventi minuti anche abbastanza noiosi la coppa fu assegnata ai calci di rigore. Da una parte l’esperienza spagnola, di squadra abituata a vincere le partite sul filo di lana, dall’altra l’assoluta novità di una squadra dell’Est, giunta fino a questo punto. A leggere l’elenco dei rigoristi non ci sarebbe stata ancora partita. Così non fu. La differenza la fece un perfetto sconosciuto: il portiere romeno Helmut Duckadam. Parò quattro rigori (a Alexanco, Pedraza, Pichi Alonso e Marcos) e consegnò alla Steaua di Bucarest, la squadra dell’Esercito, e all’Est europeo tutto, la prima Coppa Campioni della loro storia. I tifosi del Barcellona se lo sogneranno ancora di notte, tanto la sua impresa ebbe del miracoloso. Così come comparve dal nulla, il portiere romeno scomparve nel nulla.

Rientrato in patria da eroe, fu eletto Calciatore rumeno dell’anno nel 1986. Molti club si fecero avanti con la Steaua per averlo, tra cui il Manchester United. In caso di vittoria della Coppa dei Campioni, il regime di Ceaușescu, ormai nei suoi ultimi anni di vita aveva promesso a tutti i giocatori della Steaua, una motocicletta a testa, ma alla fine arrivarono solo delle ARO 4×4, assemblati con pezzi provenienti da altri veicoli. I giocatori le rivendettero di nascosto ad alcuni abitanti di Bucarest. Ma, nello stesso anno, la sua carriera di fatto terminò. Secondo la versione ufficiale Duckadam sarebbe stato colto da trombosi alle mani, rendendogli precario il prosieguo dell’attività calcistica. Secondo altre fonti invece vi sarebbe stato un aspro contrasto con il figlio del dittatore Nicolae Ceaușescu, Valentin, che per vendetta avrebbe ordinato ad alcuni agenti della Securitate (la polizia segreta del regime) di spezzare le mani di Duckadam. Il portiere non avrebbe infatti consegnato una Mercedes regalatagli dal Real Madrid per aver battuto gli arcirivali catalani e pretesa invece dal figlio del leader ed allora protettore della Steaua.

Nicolae Ceaușescu e la Steaua al gran completo, dopo la vittoria. Duckadam è sulla sinistra, in seconda fila

Ne sarebbe seguita una spedizione punitiva dei miliziani, mandati a colpire il portiere con scientifiche bastonate (si vociferò addirittura di una fucilata durante una battuta di caccia). Tale versione è stata però smentita dallo stesso Duckadam in un’intervista rilasciata alla trasmissione Le partite non finiscono mai in onda su LA7 il 5 marzo 2007: in essa Duckadam ha affermato che la sua carriera ebbe un brusco stop a causa di «un grumo di sangue che si è spostato» al suo braccio destro, facendogli addirittura correre il rischio dell’amputazione dell’arto.

La rosa della Steaua con la Coppa dei Campioni

Non solo, ma nella stessa intervista l’eroe di Siviglia ha tutto sommato descritto in termini assai “leggeri” Valentin Ceaușescu, definendolo un «patriota che dal 1977 è diventato paranoico». Nel 1989 il Vagonul Arad lo tesserò, con il braccio destro dolorante, ma non più compromesso, e Duckadam con la stessa agilità e prestanza fisica che lo ha reso celebre, si esibì in Coppa di Romania il 28 settembre 1989: due rigori parati e vittoria per 4-2. Ma l’incidente ne aveva ormai irreversibilmente cancellato l’estro e nel 1991, dopo due stagioni senza aver messo quasi mai piede in campo in gare ufficiali, Duckadam lasciò il calcio venendo successivamente eletto vicepresidente del club festeggiando una promozione.

Dopo il ritiro nel 1991 lavorò come doganiere, per poi diventare consigliere per il Ministero dello Sport, nel governo del Fronte di Salvezza Nazionale dal 1990 al 1993 . A fine 2003 con la vittoria nella lotteria di una “green card”, il visto d’ingresso, si è trasferito negli Stati Uniti con la sua famiglia, ma successivamente è rientrato nel suo paese d’origine e per alcuni anni ha ricoperto la carica di presidente della Steaua Bucarest.

Condividi su: