Che brillante parata, ancora di Grapenthin!
Nov 25, 2024

Le sue parate, i suoi voli in area di rigore, la sua incredibile calma: chiunque lo abbia visto non lo dimenticherà. Dopo Harald Fritzsche e Wolfgang Blochwitz, è stato il terzo portiere nella storia del Carl Zeiss Jena e uno dei principali in quella dell’intera DDR. Ha raggiunto la soglia degli 80 anni. Stiamo ovviamente parlando di Hans-Ulrich Grapenthin.

Nella DDR che vinse la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Montreal nel 1976

È nato sulla costa, più precisamente a Wolgast, come uno dei cinque figli del mastro macellaio Erich Grapenthin, dove ha iniziato a giocare a calcio da ragazzo al Motor Wolgast, inizialmente come giocatore di campo fino alla giovinezza. Dato che essere un tedesco del nord non è un punto di forza nella Germania Orientale, nessuno durante la sua permanenza a Wolgast ha pensato di chiamarlo “Sprotte”. Lì si chiamava “Hanne”. Secondo la tradizione, Roland Ducke gli diede il soprannome di “Sprotte” (pesce azzurro, simile alla sardina) nella squadra della DDR, dove il soprannome meno delicato “Fischkopp” (testa di pesce) pendeva già sul bavero di Achim Streich.

Lo stile acrobatico di Grapenthin

Nel luglio del 1966, il portiere alto 1,88 metri, attratto dall’indaffarato dottor Paul Dern, dalla costa del Mar Baltico raggiunse Jena, destinazione Carl Zeiss. “Ho discusso con mia moglie se dovessimo allontanarci dal Mar Baltico e ho guardato Jena. Era chiaro che quel club era di prima classe”, ha ricordato Hans-Ulrich Grapenthin, che alla fine ha suggellato il trasferimento a Jena con una stretta di mano. Quando lo fece, il Carl Zeiss Jena – come si direbbe oggi – colpì anche sul mercato di Magdeburgo e si assicurò i servizi di Wolfgang Blochwitz. Hans-Ulrich Grapenthin ha giocato inizialmente sotto la guida dell’allenatore Karl Schnieke nella seconda squadra di Jena: ha dovuto aspettare sette lunghi anni per avere la possibilità di difendere la porta dello Jena come numero 1, per l’indiscussa presenza di Wolfgang Blochwitz.

Sulla neve con la caratteristica tuta a protezione delle gambe

Dalla stagione 1967-‘68  “Sprotte” passò in prima squadra, ma nei primi sette anni ha collezionato la miseria di 33 presenze. Solo a metà degli anni ’70 riuscì a prevalere su Wolfgang Blochwitz nella lotta per il ruolo di portiere titolare. Dal 4 marzo 1978 al 30 marzo 1985 ha difeso la porta del Carl Zeiss in 186 partite di campionato della DDR senza interruzioni. Il suo allenatore di lunga data nel club e nella nazionale, Georg Buschner, ha particolarmente elogiato le sue qualità in termini di reattività e capacità di salto.

Ultimo baluardo nella storica partita del Carl Zeiss Jena contro il Newport

L’inventario della sua bacheca dei trofei è impressionante. Hans-Ulrich Grapenthin, che in totale a Jena ha giocato 412 partite, ha festeggiato due campionati della DDR con il (1968 e 1970), ha vinto tre volte la Coppa FDGB (1972, 1974 e 1980) ed è stato a Montreal nel 1976 con la nazionale della DDR che vinse il titolo olimpico. Eppure per lui la vittoria della coppa nel 1980, che fu anche in gran parte un suo successo e quindi anche il biglietto per la leggendaria stagione di Coppa delle Coppe 1980-‘81, fu probabilmente la più emozionante e sportivamente preziosa, dato che era anche l’indiscusso portiere titolare dello Zeiss.

La partita nei quarti di finale della Coppa delle Coppe del 1981 a Newport, nel Galles, non sarà mai dimenticata. L’andata a Jena finì 2-2, nonostante il grande banchetto dei gallesi bevitori la sera prima. “Siamo andati in Galles senza illusioni e sapevamo cosa aspettarci”, ricorda Hans-Ulrich Grapenthin di una delle sue notti magiche. Qualunque cosa “Sprotte” pescasse sulla linea, sopra la traversa o tirasse fuori dall’angolo quella notte del 18 marzo 1981, non aveva importanza e lasciò disperati i giocatori del Newport e stupefatti i commentatori della BBC“I primi venti minuti sono stati un inferno!”. Un attacco dopo l’altro è stato diretto verso la porta del Jena.

Che si è difeso con tutte le sue forze e con un Grapenthin che aveva mille braccia. E quando sembrava battuto, sulla linea c’era sempre qualcuno dei suoi compagni che si lanciava sulla palla e parava sulla linea per conto suo.  “Non sono stati solo i gallesi a combattere, anche noi abbiamo lottato e resistito con tutto ciò che avevamo. Se qualcuno ha incasinato qualcosa, qualcun altro l’ha riparato. Eravamo un gruppo affiatato”. Jena è riuscita  a vincere 1-0 con gol su punizione di Lothar Kurbjuweit ed è arrivata in finale. Lothar Kurbjuweit in seguito si ricordò e disse: “Abbiamo esaurito tutta la fortuna di cui abbiamo avuto bisogno a Newport”. Anche i successi di Grapenthin.  È stato votato “Calciatore dell’anno” nel 1980 e nel 1981 ed è stato il primo giocatore ad essere nominato capitano onorario nel 1983.

Mario Bocchio

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