Il prototipo dell’attaccante perfetto
Ott 31, 2024

Ci sono giocatori che quando passano lasciano il segno e rimangono dei punti di riferimento nel tempo per le nuove generazioni. Tra questi c’è senza dubbio Marco Van Basten che oggi compie 60 anni. Sinonimo di eleganza e maestosità, istinto e intelligenza. Poche parole che descrivono perfettamente l’essenza del Cigno di Utrecht. Il prototipo dell’attaccante perfetto, dal fisico statuario e col dono del gol. Una perfezione che, però, si è sgretolata troppo presto di fronte al buco nero degli infortuni. Nonostante una carriera interrottasi a soli 28 anni, gli è bastato poco per scrivere un pezzo di storia e per diventare uno dei riferimenti eterni nel ruolo del centravanti.

 Ha ricoperto il ruolo di centravanti, rappresentato il prototipo dell’attaccante completo, forte tecnicamente e fisicamente, abile sia col destro che col sinistro ma anche di testa.

Van Basten nell’Ajax

Come spesso accade agli autentici prodigi, anche Van Basten è durato troppo poco. Come se la sua presenza sul campo da calcio fosse un privilegio da dover sfruttare. Gli infortuni sono stati una condanna e gli sono valsi almeno 5 anni pieni di carriera in meno. La fotografia dell’ultimo giro di campo di Marco a San Siro del 18 agosto 1995 è ben stampata nella memoria degli appassionati. In quel giorno Van Basten ha salutato il pubblico rossonero, raccogliendo con commozione l’ovazione di tutto il Meazza. L’ultima sua partita in rossonero risaliva al 26 maggio 1993, nella finale di Coppa dei Campioni contro il Marsiglia. In quella commovente notte la gente aveva realizzato che la poesia del Cigno di Utrecht sul rettangolo verde era davvero terminata.

7 maggio 1989. Nel prepartita di Milan-Torino (2-1) del campionato italiano di Serie A 1988-ì89, l’attaccante milanista Marco van Basten mostra ai tifosi rossoneri il Pallone d’Oro di France Football vinto per l’edizione 1988 come migliore giocatore europeo

Marco ha collezionato 3 Palloni d’Oro, 24 trofei di club e 8 titoli di capocannoniere, segnando il gol più bello mai visto in una finale dell’Europeo, quel meraviglioso destro al volo che ha sancito la vittoria dell’Olanda nel 1988 contro l’URSS. Per per molti la domanda resterà sempre una: cosa sarebbe potuto essere se quei maledetti infortuni alle caviglie non lo avessero frenato? Altrettanto istintivo è chiedersi se la sua parabola sia stata più godimento o rimpianto Più di 300 gol in carriera, tra cui la rovesciata considerata ancora oggi la più bella della storia, quella realizzata con la maglia dell’Ajax. Spiccano le due Coppe dei Campioni vinte col Milan e l’Europeo del 1988 con l’Olanda.

Nella nazionale olandese

Arrivato nel club rossonero nell’estate 1987, nell’era di Arrigo Sacchi è stata la punta di diamante del Milan degli olandesi. Rijkaard, Gullit, Van Basten, un trio leggendario che ha portato i rossoneri sul tetto del mondo. Il rapporto con il Profeta di Fusignano, però, non è mai sbocciato. A differenza di quello con Fabio Capello, un feeling decisamente intenso che gli ha permesso di vivere le stagioni migliori. Van Basten ha innovato il ruolo del centravanti. In tanti si sono ispirati a lui, uno su tutti Zlatan Ibrahimovic che, oltre alle somiglianze fisiche e tecniche, ha ripercorso le tappe fondamentali della carriera di Marco, prima all’Ajax e poi al Milan. Ha vissuto nell’epoca del più grande, Diego Armando Maradona. Eppure è riuscito a brillare.

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