Il tipico rapace dell’area di rigore
Ott 24, 2024

Nel 1980 per rinforzare l’attacco dell’Arezzo l’ambizioso presidente Terziani concentra le sue attenzioni su un giovane centravanti milanese che milita nel  Derthona in C2, dove ha segnato 18 goal in due anni e di cui si parla benissimo: Tullio Gritti, per gli aretini “Tullio Volante”.

Gritti era un centravanti aggressivo e tipico rapace dell’area di rigore, perchè attaccava ogni pallone con la voracità del bomber e si esaltava nel gioco aereo; infatti, pur non essendo alto (176 cm) aveva un’ottima elevazione ed un grande tempismo che lo rendevano micidiale nei colpi di testa.

Grazie alle sue grandi doti di goleador, Gritti divenne ben presto un idolo dei tifosi aretini, essendo il terminale offensivo delle giocate amaranto, ideale per il gioco di Angelillo che cercava sempre di metterlo in condizione di battere a rete ed esaltando la folla con i suoi colpi in acrobazia, tanto che ancora oggi a distanza di quarant’anni Tullio Gritti rappresenta uno dei centravanti più forti ed amati della storia amaranto.

Nell’Arezzo, stagione 1981-’82, promosso in B

Nato calcisticamente nell’Ivrea, per poi passare al Derthona, Tullio ha vissuto in amaranto momenti importanti e significativi della propria carriera ed ha indossato la a gloriosa maglia aretina per 77 volte (66 presenze in campionato e 11 in Coppa Italia) con 31 reti all’attivo (media goal 0,40), vincendo la Coppa Italia di Serie C nel 1981, vivendo da protagonista la grande cavalcata nel campionato di C l’anno successivo e facendo parte di quella mitica formazione di cui ancora oggi vengono esaltate le gesta.

Gritti (in secondo piano) al Torino nella stagione 1987-’88, assieme all’altro granata Polster

Per Tullio Gritti i due anni (1980-‘82) ad Arezzo furono anche un trampolino di lancio importante anche perché, poi, trascorse cinque stagioni a Brescia, dove con le sue reti contribuì alla doppia promozione dalla serie C alla Serie A, per poi passare in A al Torino di Toni Polster, di nuovo al Brescia in B, poi ancora in A con il Verona chiudendo definitivamente a Mantova in C. Anche nelle sue stagioni lontano da Arezzo si confermò attaccante prolifico che sfruttava al massimo le sue gradi doti acrobatiche.

Nel Brescia (a sinistra) e nel Verona

La cessione di Gritti nel 1982 al Brescia in C fu molto dolorosa, ma il presidente Narciso Terziani non riuscì a rifiutare un offerta economica così importante, anche se il centravanti milanese sarebbe stato importantissimo per la squadra toscana e, forse, fu proprio il giocatore che mancò nel 1983-‘84 per salire in serie A: “nel 1983-‘84 ci mancò un pizzico di fortuna ed un centravanti prolifico, altrimenti con quel gruppo storico di giocatori e la solidità societaria dell’epoca, saremmo andati in A”, come ha affermato Menchino Neri.

Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, Gritti si aggiorna per diversi anni e si avvia all’esperienza da mister nel 2001 quando diventa vice allenatore della Triestina con Ezio Rossi come primo, che seguirà al Torino l’anno seguente. Poi dal 2004 Tullio è il principale collaboratore di Gian Piero Gasperini con cui ha vissuto le esperienze al Genoa, al Palermo e dal 2016 all’Atalanta, che ha contribuito a portare ai vertici del calcio italiano.

Vai all’articolo originale

Condividi su: