Di Angelo Gregucci sappiamo praticamente tutto, il suo passato calcistico e anche il suo presente in panchina, dove è capace di entrare in profondità nello spirito e nell’anima dei suoi giocatori, motivandoli sempre alla battaglia sul prato. D’altronde uno dei suoi maestri, come ci ha confessato, è stato Mircea Lucescu.
Sa pertanto benissimo cosa significhi la maglia grigia: “Prima di tutto è la storia. Poi è anche la mia giovinezza, rappresenta i miei ricordi migliori da giovane. Sono consapevole che l’Alessandria Calcio è un’intera città, la tradizione calcistica, per cui sento la responsabilità di rinverdire un passato ormai sin troppo lontano”.
Lo storico derby con il Casale si materializza come lo spettro dei combattenti che hanno dato vita allo scontro.
“Alla mia epoca sì che era una partita molto particolare, io la sentivo molto, come d’altronde mi esaltavo pure per le sfide contro il Derthona, squadre che lottavano in serie C con orgoglio. In quella mia gioventù che ho ricordato prima, ci sono molte sfide, non solo una. Noi abbiamo sempre avuto rispetto per i Nerostellati, erano sempre partite molto combattute, a volte non bellissime, con i Grigi che dovevano regnare sovrani in provincia e noi cercavamo di vendere cara la pelle”.