È la parte romantica e poetica del calcio. Dietro ai grandi attaccanti delle big ci sono loro, una marea di cannonieri che segnano Gol a grappoli sempre e solo nelle piazze minori del calcio italiano. Grandi con i piccoli, piccoli con i grandi.
Fisico da muratore, corsa da mezzofondista cicca fedele compagna di viaggio e gol nel sangue. È il ritratto del classe ’69 di Bolzano di origini polacche, che esordisce in serie A a 30 anni nel Venezia andando due volte in gol.
Ma “Sansone” (così soprannominato dal telecronista-tifoso napoletano Raffaele Auriemma), è un Bomber con la B maiuscola: infatti passerà quasi tutta la carriera nella serie cadetta, arrivando a 135 reti in B (secondo posto nella classifica all time di categoria) e 260 in carriera.
I numeri parlano per lui, ma quello che entusiasmava di Stefan, al di là del doppio intreccio sull’asse Napoli-Vicenza, era lo spirito di sacrificio e la capacità di essere leader.
Avrebbe meritato la massima serie, ma lui ama la fatica, ama la provincia. “Perché non ho avuto successo in A? Non lo so, diciamo che è stata colpa mia, diciamo che ho sbagliato momento. Diciamo così per non pensarci” le parole pronunciate il giorno del ritiro. Correva l’anno 2008.
Lucio Pelliccioni