Domenica 12 marzo 1961, al “Mario Rigamonti” arriva la temibile Internazionale guidata dal Mago Helenio Herrera. 22mila persone assistettero, letteralmente da ogni dove al momento più alto della storia bluceleste: la capolista del campionato di Serie A cadde sotto i colpi del maestrale Glauco Gilardoni, ventenne ala di Civenna che segnò sei gol durante la prima stagione delle Aquile in Serie A ed era già andato in rete durante il match d’andata terminato in parità (1-1).
Una battuta d’arresto in un momento cruciale del campionato: il contraccolpo non fu di secondo piano, dato che i nerazzurri chiusero al terzo posto dietro Juventus e Milan; per i blucelesti, invece, fu una spinta fondamentale nella feroce lotta salvezza.
Novanta minuti nati malissimo per gli ospiti, che al 4′ perdono già Armando Picchi per uno strappo muscolare e al 15′ vedono Gilardoni bucare Buffon dopo un’uscita sbagliata su azione da calcio d’angolo. A un quarto d’ora dalla fine è ancora Gilardoni, dopo una combinazione Abbadie-Bonacchi, a raddoppiare.
L’Inter del Mago affoga nel lago
A fine partita Herrera “battezza” i blucelesti (“Non si salveranno”), ma la storia dirà tutt’altro.