Troppo facile pensare a Shevchenko e Milito, parlando del derby di Milano. Di Kakà e Ronaldo Il Fenomeno, oppure, tornando indietro nel tempo, citare Meazza, Nordahl, Altafini, Boninsegna e Altobelli. Campioni senza tempo, attaccanti che di gol nei vari Inter-Milan (e viceversa) ne hanno segnati tanti.
Ma la stracittadina rossonerazzurra ha regalato gloria e fama anche a giocatori che poi sono stati dimenticati, eroi per un giorno che adesso vogliamo ricordare.
Perché il loro nome resterà intoccabile nel tabellino di quella gara così unica e speciale come Inter-Milan sa essere da quando esiste il calcio.
Se, sfogliando l’almanacco, si dovesse indicare il carneade per eccellenza, molto probabilmente la scelta cadrebbe su Giuseppe Minaudo da Mazara del Vallo, che il 6 aprile 1986 fece andare di traverso il primo derby di Berlusconi da presidente del Milan. 19 anni, all’esordio in Serie A, mise in rete da pochi passi la palla respinta dal palo entrando ufficialmente nella storia calcistica di Milano. La carriera non gli ha dato poi molte soddisfazioni, ma quella zampata tanto basta per essere ricordato da qui all’eternità.
Il corrispettivo milanista è Vinicio Verza, numero 7 sulle spalle, che il 17 marzo 1985 batté Zenga firmando il 2-2 finale. Dopo le reti di Virdis, Rummenigge e Altobelli, ecco il gol di chi non ti aspetti.
È invece un deejay professionista Gianni Comandini, l’attaccante che l’11 maggio 2001 mise a segno una doppietta in un derby passato alla storia, quello vinto dal Milan per 6-0. Gli unici due gol segnati in campionato con la maglia rossonera.
Nomi poco noti del calcio, che però hanno brillato nella partita giusta, quella che regala l’immortalità calcistica.
Vale da sempre e per sempre, da quando il calcio era in bianco e nero: fu così per Silvano Villa, che nella stagione 1975-‘76 giocò solo tre partite nel Milan, ma in una di queste segnò il gol vittoria nel derby, o per Walter De Vecchi, autore nel 1979 della doppietta che permise al Milan di rimontare da 0-2 a 2-2.
Il peruviano Victor Morales Benítez giocò prima nel Milan, poi nell’Inter. Nel 1967-‘68 disputò soltanto otto gare con la maglia nerazzurra, segnando un gol. Quando? Troppo facile…ovviamente nel derby! In quell’occasione i titoli dei giornali furono per il suo gol, a differenza di quanto accadde nel 2016, quando dopo essere uscito di casa a Milano non si ebbero più notizie di lui per due giorni. Venne ritrovato in stato confusionale in un albergo vicino alla stazione Centrale.
Sulla sponda rossonera ricordano ancora Cosmin Contra e il derby vinto 4-2 con Fatih Terim in panchina, o il norvegese Steinar Nielsen e quel 5-0 nell’andata dei quarti di Coppa Italia nel 1998.
Dall’altra parte come dimenticare l’esultanza per il gol del 2-2 della meteora turca Hakan Şükür il 7 gennaio 2001, lui che era arrivato in Italia con una valigia colma di trofei vinti con il Galatasary grazie ai suoi oltre 100 gol. Con l’Inter ne segnò soltanto cinque, ma quello nel derby basta per essere ricordato.
Proprio come Ezequiel Schelotto, arrivato in nerazzurro a gennaio e autore del gol del pareggio il 24 febbraio 2013, prima di rifare i bagagli a fine stagione e girovagare in provincia tra Sassuolo, Parma e Chievo. Ha poi giocato nel Brighton, nuovamente in Argentina, ed oggi, svincolato, insegue l’ultima sfida, ancora in Italia, in D a Barletta.
L’anno seguente la storia aprì le porte a Joel Obi, ragazzino cresciuto nel settore giovanile nerazzurro ed eroe per una notte, quella del 23 novembre 2014, quando il centrocampista nigeriano segnò il gol dell’1-1 e festeggiò a suon di capriole.
Per Massimo Paganin, di professione difensore, resterà indimenticabile il derby del 29 ottobre 1995, quello aperto da un suo gol prima del pareggio di Savicevic. Dici Cristian Zapata e ti viene in mente un numero: 97. Non è quello della sua maglia, ma il minuto in cui il colombiano ha regalato il clamoroso pareggio al Milan nel 2017 quando i tifosi dell’Inter erano già in festa.
È la magia del derby, crudele e spietato talvolta, magico e imprevedibile in altre occasioni. Partita unica e speciale, l’unica che può regalare attimi di gloria che dureranno per sempre.