Ci sono cronisti di lungo corso che hanno assistito a un’infinità più una di partite, come il veterano ex Rai Carlo Nesti, che ammettono di non aver mai visto niente del genere, in tanti anni di calcio. E ci sono gli statistici scatenati alla ricerca dei rarissimi precedenti. Ora si scopre che il primo documentato è del 1957, Belgio-Islanda 7-1, ma i gemelli Mario e Marco Piga pensavano – senza presunzione – di essere stati loro, i primi al mondo a battere e realizzare un rigore “di seconda”.
La prodezza di Messi e Suarez in Barcellona-Celta 6-1 del 2016 sta facendo ancora il giro del mondo, e a Sassari c’è chi – come Mario Carta sulla “Nuova Sardegna” sorride perché a un evento così raro ha avuto la fortuna di poter assistere per ben due volte nel giro di “appena” 8 anni, dal 1974 al 1982, sempre allo stadio Acquedotto poi ribattezzato Vanni Sanna, l’allenatore rossoblù che in entrambe le occasioni subì del tutto inconsapevole la “folle” decisione dei suoi tiratori designati. La prima volta fu il 7 settembre del ’74, in Torres-Olbia 5-1 di Coppa Italia, giocata alle 21,30 sotto i riflettori. Marco Piga per il fratello Mario. La seconda il 7 novembre dell’82, in serie C2. Torres-Grosseto ancora 5-1, Francesco Sanna per Tonio Trudu sul 3-1. Quasi un’abitudine sassarese, quella del rigore con assist, se paragonata agli altri episodi che in tutto il mondo del pallone seguono ritmi da cometa di Halley. Sarà il sole della Nurra, sarà lo spirito “cionfraiolo”, fatto sta che Sassari è la capitale del penalty di seconda, e che a tenerla a battesimo è stato Mario Piga, allora diciassettenne promessa della Torres destinato, come il gemello Marco, a una fulgida lunga carriera.
“Era una soluzione che qualche volta provavamo in gran segreto, quando i compagni erano già rientrati negli spogliatoi dopo l’allenamento. Quella volta a Marco, nostro primo rigorista, sul 4-1 e dopo aver già segnato una tripletta (con un rigore…), bastò darmi un’occhiata. Lui aveva lo sguardo fisso sul portiere, io ho cercato di guadagnare la posizione migliore sulla linea dell’area chiacchierando con gli avversari – racconta Mario –, distraendoli. Il rigore era giusto, il risultato era acquisito… Planetta sul tocco di Marco si è buttato da una parte e io ho appoggiato dall’altra. Gli olbiesi hanno protestato, qualcuno l’ha presa erroneamente come uno sberleffo e l’arbitro (Bitocchi di Rivoli) tentennava. Ci ha messo almeno un paio di minuti ma quando gli ho sussurrato che rischiava seriamente di fare una figuraccia a livello nazionale si è deciso. Il gol andava convalidato, lo ha fatto”.
“Che squadre eravamo! C’erano Petta, Caocci, Selleri, Bagatti. Ma anche noi… Zaccheddu, Idini, Lamagni. L’anno prima ci voleva l’Olbia, ma a parità di condizioni avevamo scelto Sassari. Mai pentiti“. E mai pensato di riprovarci, con il rigore a due: “No, dopo quella volta ci aveva dissuaso non poco lo scappellotto che a cose fatte ci aveva dato Vanni Sanna. ‘Potevate dirmelo prima…’, ci ha ammoniti. Poi, gli avversari un po’ se lo aspettano, un po’ servono le condizioni giuste e un po’ rischi sempre la figuraccia se sbagli”.
Marco e Mario Piga come Messi e Suarez. “Non proprio – conclude l’ex Torres e Avellino, da tempo rientrato col gemello nella sua Palau –. Però il nostro gol resta nella storia, e aveva fatto il giro del mondo come adesso quello di Messi e Suarez”.