La storia è durata quattro partite iniziali! Inghilterra-Uruguay 1966, Messico-URSS 1970, Brasile-Jugoslavia 1974 e Germania-Polonia 1978… Nient’altro che zeri a zeri su cui affondare i denti. Vale a dire non molto.
Nel 1982 l’Argentina, campione del mondo in carica, giocò la partita inaugurale contro il Belgio. Evidentemente gli argentini sono i favoriti, è una bella battuta. Ma la partita risulta equilibrata quando avviene il dramma del 62′. È infatti in questo momento che l’attaccante belga del Lierse Erwin Vandenbergh, ancora giovanissimo, coglie l’occasione per parlare un po’ di sé. Dopotutto, la notorietà non può ferirlo troppo.
Il centravanti eredita un lancio lungo dal nulla (un cross dalla sinistra appunto), e impiega tutto il tempo per puntare il portiere argentino Ubaldo Fillol che non vede nulla nell’azione, accecato senza dubbio dal brio e dal coraggio del marcatore dei Diavoli Rossi. Bene, proprio lì, amico mio, e ti saluto da Leny Escudero (non sappiamo perché, ma ehi, è una battuta belga allo stesso tempo).
Vandenbergh con i baffi a Spagna ’82 (a sinistra) e la gioia dopo il gol all’Argentina
Nonostante il disperato ritorno di Alberto Tarantini che lo insegue, Erwin Vandenbergh rompe così con la monotonia degli 0-0 e degli incontri insipidi delle prime partite. Accidenti!
Mario Bocchio