17 luglio 2015. A distanza di un solo giorno dalla scomparsa di Sandro Joan, la “grande famiglia nerazzurra” perde un altro dei suoi componenti più amati, vale a dire Giorgio Barbana.
Nato a Terzo di Aquileia (Ud) il 6 dicembre 1949, dopo tre buone stagioni in Serie C con Spezia, Pistoiese ed Entella, Barbana si afferma come attaccante di valore nella due stagioni a Grosseto in IV Serie, dove, con 30 reti su 60 partite disputate, contribuisce alla promozione dei “Torelli” in Serie C al termine del campionato 1972.73, chiuso con ben 19 reti all’attivo (suo massimo in carriera).
A Chiavari nell’Entella
Le sue prestazioni in Maremma gli valgono il doppio salto di categoria, venendo acquistato dal Palermo appena retrocesso dalla Serie A e desideroso di tornare quanto prima nella massima categoria.
Nel Grosseto
Con i rosanero Giorgio, con le sue doti tecniche e la sua inesauribile carica agonistica, diviene ben presto il beniamino dei tifosi ed a tale connubio sono legati tre curiosi aneddoti di cui il primo relativo al match disputato alla “Favorita” il 4 novembre ’73 contro il Brindisi, allorquando, sul punteggio di 1-0 per i padroni di casa (rete proprio di Barbana) ad un minuto dal termine viene colpito a gioco fermo da una ginocchiata del portiere avversario Di Vincenzo non vista dai direttori di gara, scatenando una violenta reazione da parte dei supporters palermitani che invasero il campo, con conseguente assegnazione della vittoria a tavolino in favore dei pugliesi.
Barbana fu altresì protagonista della fase finale della Coppa Italia ’74 contribuendo, con la rete del 2-0 a 3’ dal termine dell’incontro vinto contro la Juventus ed ad analoga prodezza nel successo, sempre con il medesimo punteggio, contro il Cesena, alla vittoria del Palermo nel proprio girone di semifinale, conquistando il diritto a contendere il trofeo al Bologna nella finale disputata il 23 maggio ’74 allo Stadio Olimpico di Roma.
Ricordi palermitani
In detta finale, Barbana subentrò ad inizio ripresa a La Rosa sul punteggio di 1-0 in favore dei rosanero, i quali disputarono un eccellente incontro ed avrebbero largamente meritato la vittoria, sfumata proprio al 90’ per un dubbio rigore trasformato da Savoldi. La situazione di parità non si sbloccò nei supplementari, giungendo così all’assegnazione della coppa ai calci di rigore, in cui Giorgio trasformò – da terzo in ordine di esecuzione – il proprio penalty per il 3-2 parziale in favore dei rosanero, avendo Cresci per i rossoblù fallito il secondo tiro dal dischetto. Ma doveva essere un pomeriggio amaro sino in fondo per i 15.000 tifosi siciliani giunti all’Olimpico, perché le due ultime serie, trasformate da Novellini e Pecci per i felsinei, contro il doppio errore di Vullo e Favalli per il Palermo, determinarono il 5-4 finale in favore del Bologna.
Sempre a Palermo. Con il milanista Bigon (a sinistra) e con il compagno Vianello
Ma quanto fosse forte il legame tra Barbana ed i tifosi rosanero se ne ebbe prova il 2 marzo ’75, alla terza giornata di ritorno, in occasione della gara che vedeva il Palermo opposto al Como con le due squadre entrambe in lotta per la promozione. Con il punteggio fermo sullo 0-0 di partenza, l’incontro fu risolto in zona Cesarini proprio da Barbana, lesto a deviare in rete una punizione di Vanello ed a festeggiare, al fischio finale, facendo il giro dello stadio in tripudio che al grido di “Serie A, Serie A” non ve voleva sapere di abbandonare gli spalti, anche se poi, a fine torneo, la tanto sospirata promozione venne fallita per soli due punti.
Terminata l’esperienza in terra siciliana, Barbana se ne torna in Toscana e stavolta approda sulle rive dell’Arno per dar vita ad un legame indimenticabile con la tifoseria per ogni sportivo pisano che si rispetti.
Sin dalla sua prima stagione – 1976-‘77 – Barbana si dimostra l’attaccante di maggior valore dei nerazzurri, esordendo il 26 settembre ’76 nella vittoria esterna per 1-0 ad Olbia e siglando la prima delle sue 11 reti stagionali il 31 ottobre successivo nel successo interno per 2-1 a spese del Giulianova, con il Pisa che chiude il campionato in un onorevole quinto posto.
Piazzamento che si ripeterà anche la stagione successiva, nella quale Barbana disputa tutte e 38 le gare in calendario e si conferma “Top Scorer” con 15 centri di una formazione che sta mettendo le basi per il ritorno nella Serie cadetta abbandonata a fine ’71, tra le quali spiccano la rete che consente al Pisa di espugnare il campo dell’Empoli all’ultima giornata di andata e le doppiette rifilate all’Arezzo nel successo per 2-1 all’Arena all’ottava giornata ed al Parma sempre all’Arena a quattro turni dal termine, in cui la rete per il definitivo 2-2 venne realizzata per i “Ducali” da un “certo” Carletto Ancellotti …
Ma è indubbio che i ricordi più marcati nella memoria degli sportivi pisani siano legati alle “imprese” compiute da “King George” nella stagione 1978-‘79 – la prima di Serie C1 legata alla riforma dei campionati ed anche l’inizio dell’era Anconetani – al termine della quale il Pisa conquisterà l’ambita promozione in Serie B a pari punti con il Matera e due di vantaggio sul Catania, terzo classificato.
Come potersi difatti dimenticare – tra le 14 reti messe a segno, per il terzo anno consecutivo cannoniere principe del Pisa – il centro con cui alla quinta giornata viene sconfitto di misura all’Arena il Matera, oppure la splendida tripletta che, in quello che senza dubbio è da ascrivere come il più emozionante dei derby disputati contro la Lucchese, mette a segno il 12 novembre ‘78 all’Arena, spuntandola a suon di reti sul tenace avversario Bonaldi, autore da par suo di una doppietta per i rossoneri.
Oppure ancora la fulminante conclusione con cui non lascia scampo ad un giovane Stefano Tacconi nel derby vinto a Livorno dopo ben 16 anni, nonché l’analoga prodezza (forse un po’ fortunosa, ma tant’è …) con cui il Pisa espugna il “Porta Elisa” a marzo ’79 e la freddezza dimostrata, in momenti critici della stagione, nel trasformare nei finali di gara calci di rigore determinanti per l’esito finale delle gare come contro Arezzo (86’ per il definitivo 2-1), Latina (74’ vittoria per 1-0), Barletta (79’ per ristabilire la parità dopo lo 0-1 iniziale di Rondon).
E non poteva, per logica conseguenza, che essere lui, Giorgio Barbana, a realizzare, al 63’ di gioco, la rete nella trasferta di Pagani che valeva la promozione in Serie B.
La successiva stagione tra i cadetti vede Barbana, al pari di Di Prete, “sacrificato” dalle scelte di mercato di Anconetani, che portano all’ombra della Torre Pendente giocatori di spessore quali Chierico, Bergamaschi e Cantarutti i quali, in un certo senso, “devono” giocare, ed a farne le spese è anche l’allenatore Carpanesi che, subentrato a Meciani all’ottava giornata, “paga” la colpa di affidarsi al riferito “tandem” che, nelle sue 10 giornate sulla panchina nerazzurra, regala comunque ai tifosi “perle” come i successi per 3-0 sul Monza (una rete di Barbana), 2-0 al Palermo, 2-1 al Cesena (ancora a segno Barbana, dopo aver realizzato la domenica precedente il punto dell’1-1 nel pareggio esterno a Parma), 1-0 a Taranto ed ancora 1-0 sull’Atalanta.
Oramai trentunenne, Giorgio capisce che non vi è più spazio per lui nelle fila nerazzurre e, logorato dalle lunghe corse sostenute e dai “ricordi” lasciatigli dai terzini avversari, conclude l’attività agonistica con due stagioni anonime ad Arezzo e Grosseto.