Di questa partita è già stato detto tutto, ma permetteteci di aggiungere un altro tassello. È il 22 giugno 1974 ad Amburgo. Il Volksparkstadion ospita l’ultima partita del Gruppo I. Si affrontano le due Germanie (già qualificate alla fase successiva). La questione non riguarda solo l’ambito sportivo per i leader della Germania dell’Est, che cercano così di stabilire la superiorità del blocco dell’Est sull’orco imperialista occidentale, prendendo il calcio come testimone e-o in ostaggio. Il nemico dell’Occidente, più calcolatore e subdolo nella conquista del Graal, si prende poco gioco della politica e del muro che separa i due blocchi. I tedeschi dell’Ovest vogliono vincere la Coppa del Mondo in casa. Ma per questo vorrebbero evitare Brasile e Olanda al secondo turno.
Tuttavia, se la RFA vincesse questo duello fratricida o addirittura ottenesse un pareggio, finirebbe in testa al suo girone e si aggiudicherebbe necessariamente le squadre che teme. Un abbinamento dal gusto della salsiccia rammendata. Fare attenzione ai comunisti a casa e poi sudare al secondo turno, o fare in modo di fare una figura di merda facendosi umiliare a casa dal nemico di classe? Non facile.
Gli uomini di Helmut Schön hanno comunque dominato il primo tempo e hanno avuto molte occasioni. Lì ci diciamo che la Germania Ovest è fatta davvero per vincere. Una volta entrati in campo, i calcoli restano nello spogliatoio. Entrambe le squadre stanno giocando quasi al massimo quando arriva il settantasettesimo minuto della partita. Sull’ennesimo contropiede guidato da Lauck, Jürgen Sparwasser afferra la palla, elimina Vogts e Beckenbauer e va ad ingannare Sepp Maier con un rasoterra. Una stilettata all’Occidente. Brasile e Olanda, chi se le prenderà adesso? Non proprio un grosso problema per i dirigenti della DDR che avevano evidenziato questa data con un pennarello rosso (ovviamente), e fatto di questo storico incontro il vertice dei loro Mondiali.
Superando il primo turno, il Paese guadagna credibilità sul piano sportivo e, ridicolizzando il rivale occidentale, garantisce la superiorità della sua dottrina politica. Per quanto riguarda la Mannschaft, invece, questa sconfitta assicura notti tranquille prima di attaccare un secondo turno più tranquillo in cui non compaiono le nazioni maggiori.
Per quanto riguarda la politica, in definitiva, non è proprio compito del Kaiser e della sua banda. Non hanno costruito il Muro della Vergogna, ma sono solo una squadra costruita per vincere. Anche quando perde.
Mario Bocchio
– continua –