Addio Pibe de Oro. Una storia inimitabile, di meraviglie, di successi, ma anche di eccessi e pericoli. Ai tifosi pescaresi – soprattutto quelli di una certa età – è tornato subito agli occhi il gol segnato dal campione argentino nel settembre del 1984 all’Adriatico, nella partita di Coppa Italia tra il Pescara e il Napoli finita tre a zero per i partenopei. Una rovesciata da terra che infilò il giovane portiere pescarese Gianluca Pacchiarotti, passato alla storia del calcio biancazzurro e nazionale proprio per quel gol subito, diventato celebre e tante volte raccontato dall’ex portiere del Delfino.
“Quando andai a casa sua, otto anni fa, sapendo che ero di Pescara mi ricordò subito del suo gol all’Adriatico a Pacchiarotti”, ricorda oggi Gabriele Bankowski, vice presidente del Pescara di origini argentine.
Non un gol casuale. Non uno dei tantissimi. Ma il primo gol italiano su azione di Maradona nel calcio italiano. Era la terza partita ufficiale dell’asso argentino dopo Napoli-Arezzo 4-1, (22 agosto 1984, gol magistrale su punizione al 20′) e Napoli-Casertana 3-0 (26 agosto 1984, gol su rigore). Un primo tentativo di sinistro, poi un rimpallo al limite dell’area piccola, lo scatto felino da terra e la palla in rete per la gioia dei tanti tifosi napoletani presenti nel settore ospiti, a pochi metri dalla prodezza del Pibe.
Diego, a fine partita, regalò proprio al portiere del Pescara la sua maglia indossata durante la partita. Un cimelio che oggi avrebbe un valore inestimabile, ma che lo stesso Pacchiarotti donò qualche anno dopo il match ad un collega della Nazionale militare, come lui stesso ha spesso ricordato nelle sue interviste. “Per me una grande gioia poter giocare contro un campione senza tempo come Maradona. Le parate contro di lui sono tra le più belle in assoluto della mia carriera”, ricorda Pacchiarotti.
“Ho ricordi molto nitidi del mio esordio nel club abruzzese – spiega Pacchiarotti, che ha anche giocato in Germania nello Schalke 04 – Quella fu una stagione terribile per i tifosi del Pescara e l’allenatore si trovò ad affrontare una vera e propria emergenza portieri. Non ero il frutto del vivaio biancazzurro, io giocavo per strada. Andavo a fare il raccattapalle la domenica e osservavo i vari Zoff e Albertosi. Cercavo di copiare, da tutti. Provavo a rubare un po’ qua e un po’ là, anche perché non potevo certo avere a disposizione un preparatore dei portieri che mi seguisse. Dopo qualche giorno da quell’esordio la vicenda del calcioscommesse sarebbe scoppiata lasciando strascichi importanti. Io credo di aver realizzato solo col tempo l’importanza di quel momento, un po’ come accadde quando mi ritrovai di fronte Maradona“.