Prima Michel Pech il 20 settembre 2012, poi George Van Straelen venerdì 26 ottobre, sempre del 2012, poco prima del fine settimana che solitamente trascorreva in bicicletta. Così il Nantes ha perso in poco tempo due giocatori che hanno contribuito a scrivere la sua storia.
Nato a Lorient il 10 dicembre 1956 con il nome di un vecchio avventuriero flahute, Georges ha pedalato per la prima volta in gioventù prima di preferire il calcio e di giocare nel Lorient. La facile integrazione e la rapida ascesa tra i Merlus, agli ordini del suo mentore Yvon Goujon, portano il “piccolo prodigio elastico”a firmare per il grande club locale: il Nantes.
Georges Van Straelen nel Nantes (a sinistra) e nello Stade Brestois
Georges Van Straelen ha quattordici anni e si comporta da adulto. Continua a scalare i palcoscenici del club (giovanili, cadetti) e vince due volte la Coppa Gambardella (1974 e ’75), la seconda con la fascia di capitano al braccio. È ora di gettarlo nel profondo. Il centrocampista fece il suo battesimo del fuoco in prima divisione il 9 settembre 1975 a Nancy, allo stadio Marcel Picot.
Abile tattico, José Arribas fiuta la mossa giusta e vince il jackpot. Il suo protetto offre alla sua squadra il punto del pareggio rispondendo al gol di Platini. Una settimana dopo, per la prima volta al Saupin, è stato ancora lui a regalare la vittoria al Nantes a spese del Bastia (1-0) segnando a cinque minuti dalla fine. Van Straelen si è guadagnato un posto da titolare (20 presenze) prima che un infortunio lo tenesse lontano dal campo. La stagione successiva, obbligato ad adempiere ai suoi obblighi militari presso il Battaglione Joinville, il giovane del Nantes è apparso raramente sulla lista delle partite ma ha comunque partecipato alla vittoria dell’unico titolo della sua carriera, il campionato francese del 1977. Il tecnico del Nantes Jean Vincent riguardo al suo puledro, nulla può parte per Bordeaux qualche settimana dopo. Van Straelen ha firmato un contratto triennale (1978-‘81) per sfuggire alla concorrenza della squadra bretone ricca di giocatori di talento e conquistare finalmente un indiscutibile posto da titolare nel suo ruolo.
Ma il suo progetto venne presto vanificato dall’arrivo di Jean Tigana alla Gironde nell’estate del 1981. L’ex centrocampista del Lione è una stella nascente del calcio francese. Ha già alcune selezioni in nazionale al suo attivo quando varca i cancelli del castello di Haillan.
Il trasferimento del giovane nazionale spinge naturalmente il bretone verso l’uscita che trova un binario di raccordo allo Stade Brestois. Ha calcato il campo dello stadio Francis Le Blé per una breve stagione (1981-‘82) durante la quale ha preso parte praticamente a tutte le partite (37). Il neopromosso si sta facendo onore in campionato (9°) ma Van Straelen cambia ancora tono. Nel 1982 firmò con un’altra squadra promossa. Il Toulouse mostra interesse per il giocatore bretone che firma un contratto biennale. Il Téfécé è rimasto al centro della classifica (11°) durante la sua prima stagione e ha mancato di poco la qualificazione europea nella in quella successiva (5°). Fu allora che partì per Strasburgo, forse per scongiurare la sorte, nel luglio 1983. La sua avventura in Alsazia si concluse purtroppo in maniera sofferta sofferta con una retrocessione nel 1986.
Georges Van Straelen ha ormai 30 anni. L’età della maturità e delle decisioni tempestive. Dopo un’attenta considerazione, ha deciso di tornare a casa, nel Lorient, alla sua vita degli inizi, per un’ultima prova d’onore. In D.3, i Merlus vengono incoronati campioni a fine stagione e avanzano in seconda divisione.
Georges Van Straelen diede lì i suoi ultimi colpi e altre accelerazioni nel 1987-‘88. Un ultimo giro d’onore e un modo per rendere omaggio a suo padre, campione belga di ciclismo la cui carriera fiorente fu improvvisamente interrotta dalla Guerra. Georges Van Straelen è definitivamente scappato, perso a causa di un cancro ai polmoni. Ce n’erano tre sul prato ma passò il triste mietitore. Si dimentica che quell’uomo era anche discreto, semplice e giusto. Un giusto che se ne è andato troppo presto, a 55 anni.
Mario Bocchio