La vita di Roberto Cabañas è stata caotica e segnata da avventure incredibili, a volte al limite del buon vecchio thriller. Dell’esordio professionistico in casa, in Paraguay, al Cerro Porteño, solo una riga nel curriculum. Sono piuttosto le narici a brindare. Pur di esaltarsi troppo, l’attaccante sudamericano viene subito conteso dagli imperialisti del New York Cosmos. Nato il 20 aprile 1961 nel pieno della crisi cubana, Cabañas scelse la sua parte di sporco traditore, forgiando un destino in stile Tony Montana nella terra del biglietto verde. E come l’eroe di “Scarface”, finisce in tragedia. Roberto Cabañas è morto di infarto il 9 gennaio 2017.
Roberto Cabañas nell’América de Cali
Negli Stati Uniti, il giovane esule, all’epoca 19enne, divenne nel corso delle stagioni (dal 1980 all’84) un padrino dello spogliatoio. Due titoli NASL (1980 e ‘82), eletto miglior giocatore del campionato (MVP 1983), Roberto fa il boss e se la prende con Roselyne, una studentessa francese contraria a questo tipo di comportamenti propri di feccia e delinquenti. Cabañas indossa i grandi trucchi sulle sue dita ma le sue braccia cadono quando la franchigia americana va a riposo. Si dirige in Colombia, all’ América Cali (dal 1984 al 1987) dove la festa è più pazza. Palla e non c’è niente da dire, vero Roberto? Coca-Cola e goal per rimanere educati.
A Cali continua i successi, campione nel 1985, si conferma l’anno successivo, ma raccoglie anche i flop durante i grandi incontri per tre anni consecutivi nella finale di Copa Libertadores (1985, ‘86 e ‘87).
La Francia: il Brest (a sinistra) e l’Olympique Lyonnais
Pessimo rendimento per il nazionale paraguaiano (28 presenze all’attivo) che trova nella selezione mezzi migliori. Roberto ha giocato la Coppa del Mondo in Messico (1986) e il suo status è diventato globale. Corteggiato dai più grandi, Cabañas si stabilisce definitivamente a Brest (1988-‘90).
Cabañas nel Boca Juniors
Trasferimento degno del legame francese tra cartello e Yvinec. Roberto ha trascorso un anno al Recouvrance prima di giocare e ha preso parte all’ascesa del club in D2. Cabañas comanda e il Brest sfugge al porto nella stagione successiva tra le élite in cui l’OL di Aulas già fiuta la mossa giusta. Olé Lyon ma in campo il paraguaiano balbetta il suo gioco. Fatica con la tattica di Domenech del 1990-‘91.
Cabañas, un giocoliere
Roberto inizia a dimagrire e la sua immagine cambia. È andato al Boca Junior (1991-‘93) dove ha assaggiato la carne locale. Primo campionato in tasca (1992), si perde poi in Ecuador al Barcelona Guayaquil (1992-‘93) prima di ritornare nella sua tana argentina (1994-‘95). P
oi il brutto viaggio. Un ritorno a casa al Club Libertad prima di tornare alle cattive abitudini in Colombia all’Independiente Medellin. E poi fa perdere le tracce. Un giorno riappare grasso e sdentato. Irriconoscibile nell’immagine di chi ha abusato un po’ troppo della vita. E di apprendere più tardi, all’età di 55 anni, della sua scomparsa. Troppo giovane per morire.
Mario Bocchio