Il Novara, nella sua lunga storia ultracentenaria, ha sempre avuto grandi portieri. Dall’ungherese Ferenc Fehér ad Angiulin Caino; dal modenese Ivano Corghi a Felice Pulici (che vinse scudetto con la Lazio). A Claudio Garella, scudetti con Napoli e Verona.
Ma senza dubbio il portiere che è rimasto nei cuori e nella mente dei tifosi è Fausto Lena, classe 1933, galliatese doc, detto familiarmente “Tato”.
Lena sulle figurine
Arrivò un giorno del 1949 dalla vicina Galliate nella squadra dei ragazzi della “Leonina”, e subito stravinsero il loro campionato mettendo in mostra ottimi elementi come De Gasperi, Murciano, Melli, e soprattutto un portiere longilineo agilissimo e di grande personalità. Si chiamava Lena e guidava la squadra da par suo. Immediatamente fu notato dai dirigenti del Novara e portato al campo di via Alcarotti con Battioni, Collalti, Cernuschi, Bertolani, Bianucci.
Il Novara stava costruendo un eccellente vivaio agli ordini dell’allenatore Volontè e dei dirigenti Borzino e Andoardi. Fausto si impose subito per la sua freddezza e per essere capace di sdrammatizzare ogni situazione. Non era un emotivo e presto si conquistò le simpatie di dirigenti e compagni di squadra.
Il portiere entrato a pieno titolo nella storia del Novara
In quegli anni di serie A il titolare fisso era il Corghi, portiere di sicuro affidamento. Lena debuttò in serie A il 19 novembre del 1953, ventenne, prendendo il posto della riserva designata Battioni che aveva avuto un improvviso malore prima della partita di Genova contro la Sampdoria. Prima gara, prima sconfitta ma tanta soddisfazione. Fausto Lena rimase a disposizione del Novara per tutta la vita, a parte una parentesi in prestito all’Alessandria nel 1954, dopo aver giocato cinque partite in serie A col Novara, quando Corghi era indisponibile.
Con gli azzurri disputò una ventina di campionati fra e serie B, collezionando ben 352 presenze, terzo assoluto nella storia del Novara. Ebbe un periodo difficile con l’allenatore Facchini che gli preferì il suo protetto Fornasaro, ma quando arrivò Peppino Molina non ci furono più dubbi: Lena divenne il titolare fisso e contribuì alla promozione in serie B del 1965.
E anche con l’allenatore Parola, Fausto mantenne il ruolo indiscusso da titolare con una seconda promozione in B nel 1970. A metà campionato, all’età di 37 anni compiuti, Fausto Lena compì una mossa intelligente: lasciò il posto da titolare all’emergente Felice Pulici e si sedette dietro ad una scrivania come segretario del Novara, con presidente Tarantola.
Giornali dell’epoca che parlano delle prestazioni di Lena
E seguì Tarantola anche quando questo dirigente prese le redini della Sparta per condurlo a quattro promozioni consecutive nei campionati dilettanti. Dopo aver definitivamente lasciato il calcio, Fausto Lena tornò nella sua amatissima Galliate con gli amici della “Verde Azzurra”, con i “Folliconi”, con la “Canottieri Ticino”, partecipando in prima persona a molte iniziative di volontariato della città sul Ticino.
È morto serenamente, anche se gli stava sul gozzo una partita del 26 febbraio 1961, Brescia-Novara, campionato di serie B, finita 8 a 0 per le “rondinelle”. Quel giorno maledetto la difesa novarese prese una clamorosa imbarcata (Zanetti, Scaccabarozzi, Udovicich, Testa, Baira): ogni tiro dei bresciani finiva negli angolini e da lì in rete. Lena ogni volta esclamava “Oh,‘l bel”. Da quell’infausto giorno qualcuno inventò il nomignolo di “Lenalotto!”. Ma Fausto non era tipo da prendersela…