Corre, corre Kourichi, come una malattia d’amore
Lug 29, 2024

Nato il 12 aprile 1954 a Ostricourt in Alta Francia: è già un segno. Il difensore di origini algerine Noureddine Kourichi comincia a galoppare sul prato di Nungesser a Valenciennes (1976-‘81) con i Ch’tis. Corre, corre Kourichi, come una malattia d’amore, così veloce e lontano che attraversa la Francia sull’asse Nord-Sud-Ovest per raggiungere i Girondins di Bordeaux (1981-‘82) dove trascorre una stagione opaca e poco brillante, un po’ logorato dalla maratona, probabilmente come Forrest Gump.

Ai tempi del Valenciennes
Il Valenciennes-Anzin 1978-’79. In piedi, da sinistra: Patrick Bas, Jean-Jacques Laitem, Jan Wrazy, Jean-Luc Fugaldi, Bruno Metsu, Noureddine Kourichi. Accosciati, sempre da sinistra: Roger Milla, Dominique Vésir, Philippe Piette, Robert Jacques e Larbi Hazam

È ora di riprendere fiato, ed ecco Noureddine che torna al Nord e al Lille (1982-‘86). Con il LOSC impara di nuovo a saltellare come un matto ma questo è legittimo perché ha sempre i mastini sul culo. Stanco delle sue lunghe e frenetiche corse attorno a Grimonprez-Jooris, Kourichi decide poi di rallentare il ritmo stabilendosi in Svizzera a Martigny (1986-‘87) dove tiene il passo e si gode aperitivi con i suoi amici trendy e appassionati di musica.

Nell’Algeria

Sulla roccia più precisamente. Una stagione pazzesca poi si torna in Francia, a Bayeux. Kourichi conclude lì la sua carriera in silenzio e coglie l’occasione per cambiare la carta da parati nella sua nuova casa.

Nel Bordeaux
Girondine di Bordeaux 1981-’82
Jean Tigana, Bernard Lacombe, Alain Giresse, Gerard Soler
François Bracci, Nordine Kourichi, il compianto Dragan Pantelic, Marius Trésor
Noureddine Kourichi nel Lille

Noureddine Kourichi ha continuato a inseguire sempre titoli (grazie alla sua instancabilità) e imprese, come quella ottenuta ai Mondiali dell’82 con l’Algeria in una partita memorabile contro la Germania Ovest. Quel giorno correvano anche i tedeschi, ma non nella direzione giusta. Mancavano le zanne… sulle gambe. Noureddine invece, sapeva come fare.

Mario Bocchio

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