Se c’è un giocatore che merita indiscutibilmente il soprannome di goleador, è certamente Carlos Bianchi. Formatosi al Vélez Sarsfield dove si è messo in luce e ha segnato con regolarità in ogni partita (più di 40 gol nella stagione 1970-‘71), l’argentino ha poi fatto borse con all’interno anche la riserva di gol, per partire per Reims durante l’estate del 1973. Il club dello Champagne sembra aver intuito la mossa giusta.
Carlos Bianchi nel Vélez Sarsfield, prima e dopo
Non rimarranno delusi. Durante i quattro anni trascorsi nella Ville des Sacres, Carlos ha segnato ben 97 reti e si è classificato tre volte capocannoniere del campionato francese. Abbastanza per deliziare i tifosi dello Stade de Reims che restano incollati a un passato glorioso che infesta le campate del vecchio stadio Delaune.
L’ombra di Kopa è ancora onnipresente nello spogliatoio e i ricordi europei della fine degli anni Cinquanta annegano dolorosamente nelle bollicine dello Champagne. Carlos Bianchi offre loro questa sensazione inebriante che il loro club è ancora molto vivo e che non sembra assolutamente pronto a morire. Come dicono i grandi club…
“Scarpa d’Oro” a Reims, Carlos Bianchi pedala nei crauti a Strasburgo
Ma le imprese dell’argentino non lasciano indifferenti gli altri presidenti della Francia, desiderosi di fare della loro squadra una vetrina per il calcio francese. Soprattutto quando gestisci il club della Capitale. Carlos Bianchi arrivò al Paris SG all’inizio della stagione ‘77-‘78 e diede all’attacco parigino una lezione di calcio champagne!
Nei suoi due anni al Paris Saint Germain, l’argentino ha segnato tante reti quante sono le giornate nel campionato francese, due in meno nella stagione successiva. Il Parco fa di Bianchi un principe.
A Reims. Carlo Bianchi. Un marcatore che ha il fiuto innato del gol
Solo che il PSG di fine anni Settanta non è davvero Bisanzio e Carlos Bianchi ha bisogno di pensare in grande e di assaporare le partite europee per misurarsi con i grandi marcatori di Bayern, Barça, Ajax e altri. L’alto livello. E c’è il titolo. L’unico neo che rasenta il dramma. Una mancanza di serenità che lo tormentava e che agitava nell’area di rigore avversaria. Un’ossessione che lo portò allo Strasburgo nell’estate del 79.
Nel PSG
L’RCS era stato appena incoronato campione di Francia la stagione precedente agli ordini di Gilbert Gress che dice che con Carlos, il Meinau risuonerà come la Bombonera nelle serate di Coppa dei Campioni. Solo Bianchi non si acclimata al freddo dell’Est.
La sua stagione a Straburgo è stata povera di gol, ha giocato poco. In totale appena 20 partite e 8 gol in campionato.
Con la maglia dello Strasburgo
La sua carriera europea è aneddotica nonostante la sua formidabile efficienza (3 partite, 3 gol). Congelato dal vento dell’Est e dalla sua esperienza a Strasburgo sotto tutto, Carlos Bianchi torna dove era partito, il Vélez Sarsfield, all’inizio degli anni ’80, dove riscopre il suo innato senso del gol, per poi ritornare al Reims, il suo primo flirt francese, nel 1984 come giocatore-allenatore, poi come allenatore fino al 1987. Infine, eccolo all’OGC Nice durante la stagione 1989-‘90 (da ottobre a giugno), che conclude la stagione al 18° posto quell’anno. Questo è il numero di gol che avrebbe potuto segnare con questa squadra se avesse avuto ancora le gambe dei suoi 20 anni. Ma ormai è un allenatore, una nuova carriera che lo porterà anche sulla panchina dell’Argentina, del Boca e della Roma.
Mario Bocchio