Un’ala destra. Piccola e sgusciante. Il classico numero 7 tutto dribbling e velocità. Senza tralasciare un discreto feeling col gol. Stiamo parlando di Giuseppe, per tutti Peppiniello, Massa, scomparso nel 2017 all’età di 69 anni a pochi metri dalla sua casa di Colli Aminei: aveva accusato un malore mentre era alla guida della sua auto.
Massa è stato un protagonista del calcio italiano negli anni ’70. Nasce nelle giovanili della Flegrea dove si mette in mostra e poi va all’Internapoli, la seconda squadra della città che gioca allo stadio Collana del Vomero. Attira le attenzioni della Lazio dove resta dal 1966 al 1972. Diventa un protagonista assoluto in maglia biancoceleste: segna 31 gol in 137 partite e conquista la promozione in serie A nel 1971-’72.
Celebri i suoi assist per Giorgio Chinaglia che come lui aveva cominciato all’Internapoli. Quella grande stagione attira l’attenzione dell’Inter. Massa si trasferisce in nerazzurro: due annate in chiaroscuro in cui non sfonda definitivamente tanto che nel 1974-’75 corona il suo sogno – da napoletano della Torretta – di indossare la maglia azzurra per giocare con Luis Vinicio.
Vince una Coppa Italia nel 1976 e centra una semifinale di Coppa delle Coppe del 1977. Lascia il Napoli nel 1978 e si trasferisce all’Avellino, poi chiude la carriera al Campania. Da allenatore è stato tecnico del settore giovanile del Napoli. Nel 2004 fu colpito da un grave lutto: il figlio Maurizio morì all’ospedale Mondali per una grave malattia del sangue. L’altra figlia, Azzurra, ha seguito le orme del padre giocando nella Carpisa Yamamay.