Da Otello, sull’Aurelia. Specialità cinghiale alla maremmana
Lug 24, 2024

“Mio padre faceva il pescatore. Poi è saltato fuori un posto alle ferrovie e la famiglia ha traslocato sulla terraferma. Io sono diventato portiere per caso, il mio sogno era andare per mare. Quand’è arrivata l’offerta del Torino avevo già tutte le carte in regola per imbarcarmi come mozzo su un mercantile che da Genova andava in Brasile.

Torino Talmone- Milan, 1960, parata su Grillo
In allenamento al “Filadelfia”
Inter-Torino, parata su Domenghini

Il pallone era un divertimento, un gioco. Non pensavo di poterci campare. Spesso giocavo il primo tempo da attaccante, per fare gol, e il secondo da portiere, per difendere il vantaggio. La prima squadra è stata a Venturina, 13 chilometri a piedi o in bici all’andata e 13 al ritorno. Lì c’era e c’è ancora un ristorante famoso, ‘da Otello’. Sull’Aurelia, si fermavano i camion come le macchine di lusso. Specialità cinghiale alla maremmana, ma anche pesce. Là un bel giorno si fermò a mangiare il dottor Lievore, che curava il settore giovanile del Toro. E là per caso c’era a mangiare anche il dottor Biagi, un farmacista, il mio presidente, e mi segnalò.

Lido Vieri all’Inter

in allenamento con Heriberto Herrera
Vieri in uscita su Rivera
Parata su tiro di Altafini
Sulla copertina dell’ “Intrepido”

Partii da Piombino diviso dentro: cominciava un’avventura ma lontana dal mare, quello l’avevo perso. Erano passati pochi anni da Superga, il Toro stava cercando di ricostruirsi. La società pensava al mangiare e al dormire, per i primi due anni ho preso mille lire a settimana. La metà la mandavo a casa, per il resto m’arrangiavo. Un biglietto del cinema costava 80 lire. La domenica andavo allo stadio gratis. Il nostro portiere era Bob Lovati, quello della Juve, Giovanni Viola. Due buoni portieri. Anch’io ero un giovane portiere allo stato brado, tutto istinto. Allasio mi fece esordire in A, poi mi prestarono al Vigevano in C perché facessi esperienza. Ci andai con Sergio Castelletti, il terzino biondo che poi finì alla Fiorentina. Povero Sergio, era di Casale, è morto anche lui per colpa dell’amianto”.

Vieri e Danova in un negozio di Torino

All’età di 15 anni, il giovanissimo Lido arriva a Torino, per militare nelle giovanili dal 1954 al 1957. Dopo una stagione al Vigevano in Serie C (1957-‘58), Vieri torna al Toro, difendendo per dieci stagione la porta dei granata in Serie A.

Portiere della Pistoiese

Passato all’Inter nel campionato 1969-‘70, resta a Milano per sette campionati facendo anche da chioccia ad un altro, forte portiere nerazzurro: Ivano Bordon.

Vieri conclude la sua carriera nelle file della Pistoiese, partecipando a quattro campionati.

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