Una sorta di Dallas franco-polacca
Lug 22, 2024

Al termine della Coppa del Mondo in Germania, dove la Polonia è finita sul podio (terza), Robert Gadocha, 28 anni (è nato il 10 gennaio 1946), appare nell’undici tipo dei Mondiali ’74 e suscita la voglia dei più importanti club europei. In lizza ci sono Atlético Madrid e Bayern Monaco, ma è il Nantes ad aggiudicarsi il premio, al prezzo di una telenovela con colpi di scena tra la federazione polacca (che non autorizza i propri giocatori a lasciare il Paese prima dei 30 anni) e l’altro Bob della storia: il direttore sportivo dei Canarini Robert Budzinski.

Robert Gadocha nella Polonia

Il trasferimento dell’attaccante del Legia Varsavia è una sorta di Dallas franco-polacca. Robert Budzinski infatti fece diversi viaggi in terre che erano anche sue, per completare il trasferimento del nazionale polacco con un record di club stranamente scarso (campione nel 1969 e ’70, più una Coppa di Polonia nel 1973). Tra trattative sul filo del rasoio e “battaglie” di vodka con i suoi omologhi dell’Est, Budzinski  finalmente ottiene la firma di Robert Gadocha, che presentava il tipico profilo del noto sindacalista operaio dei cantieri navali di Danzica.

Gadocha in azione nel Legia Varsavia

Forse legato ai baffi. Il 1 gennaio 1975 la federazione polacca diede il via libera al trasferimento del suo giocatore al Nantes. Il campione olimpico del 1972 arrivò così in Bretagna a metà degli anni ’70 e lì iniziarono i guai. Dovrà prima attendere il nullaosta della federcalcio francese per avere il diritto di giocare con la sua nuova squadra.

Ottenuto, Robert Gadocha iniziò la stagione con i suoi nuovi colori nell’aprile 1975 contro l’Olympique Lyonnais. Il club del Rodano, che all’epoca non era gestito da Aulas, era già un po’ esigente riguardo al regolamento e presentò un reclamo sulla validità della licenza del giocatore del Nantes.

Alla fine il Nantes riuscì a strappargli la firma

Un modo per dargli, in un certo senso, il benvenuto in Francia. Robert Gadocha se ne frega e chiude il campionato segnando tre gol in sette partite giocate. Il Nantes chiude al quinto posto in classifica e Gadocha sembra perfettamente integrato in termini di statistiche. La successiva edizione del campionato francese (1975-‘76) avrà l’accento polacco sulle rive dell’Erdre. Nonostante un posto da titolare (29 partite) in una stagione in cui il Nantes è finito ai piedi del podio (quarto), Robert Gadocha ha faticato ad imporsi e ad integrare il gioco del Nantes. Segna poco (3 gol), come la stagione precedente, ma con più minutaggio.

Insieme a Henri Michel

Jean-Claude Suaudeau deplora il destino riservato al suo protetto: “Al suo arrivo, è stato vittima di una sorta di fenomeno di rigetto”. Si rammarica l’allenatore del Nantes. “Non aveva idea che doveva fare uno sforzo per integrarsi e nel club forse non tutti hanno fatto quello che avrebbero dovuto”. È passato appena un anno da quando si è stabilito a Nantes e le cose si mettono già male per il polacco in Bretagna. Tanto più che Coco Suaudeau, sempre lui, vede in Gadocha un “super tra i super. Non solo in campo, ma anche fuori”.

La militanza nei “canarini” del Nantes

Ma c’è un problema. Stanco delle sue prestazioni in campo, gli fece fare la cerata in panchina per poi declassarlo alla squadra riserve all’inizio della stagione 1976-‘77. Motivo: Gadocha è in cattive condizioni. Infatti è ferito. Fisicamente e moralmente. Suaudeau, sempre al suo capezzale: “Chi amava il calcio e si divertiva a giocarlo non capiva mai cosa gli stava succedendo. Passò dallo stupore alla delusione e un giorno smise di divertirsi”.

Mentre il Nantes è diventato campione di Francia alla fine della stagione, Robert Gadocha ha giocato solo poche partite (9 di cui 7 da titolare), ha segnato solo due gol e ha trascorso la maggior parte del suo tempo di gioco con i giovani del centro ad allenarsi.

La passione per la musica

“Che tristezza averlo visto giocare in terza divisione quando era stato uno dei migliori dell’ultimo Mondiale” lamenta Suaudeau, segnato dal destino del polacco la cui storia con i Canarini è finita in fondo al mare. Poi andò ai Chicago Sting (1978), colpito dalla sua timida avventura a Nantes, e condusse una campagna americana nella molto redditizia NASL prima di chiudere la carriera nel 1978 per continuare a giocare a livello dilettantistico. Sempre negli States, dove si è trasferito definitivamente.

Mario Bocchio

Condividi su: