All’inizio degli anni ’70, non c’erano molti rumeni nel campionato francese, anche se tutti si ispiravano al loro look composto da pantaloni a zampa d’elefante, maglione arancione e giacca a quadri. Un’intera epoca. Il motivo principale è il livello del calcio rumeno, considerato mediocre dai dirigenti dei club francesi che si rivolgono maggiormente alla Jugoslavia, favoriti dalle condizioni poste dalla federazione locale per i suoi giocatori che sognano un possibile El Dorado in Occidente.
Ion Pârcălab nella Dinamo di Bucarest
Ion Pârcălab e Florea Voinea furono eccezioni quando arrivarono a Nîmes nel 1970. Il primo, una sorta di Charles Bronson dei Carpazi, arrivò ai Crocos con lo status di nazionale (38 presenze tra il 1961 e il ‘68) e la fascia di capitano… e la divisa della polizia rumena. Nato il 5 novembre 1941 a Bucarest, Pârcălab ha iniziato all’UTA Arad (1958-‘61), club per lui di famiglia poiché il fratello maggiore, anche lui ex nazionale, ha assunto la guida della squadra lungo il percorso. Ultimo nato di una famiglia di sei figli, Ion non è stato l’unico a scendere in campo e naturalmente è approdato in uno dei due migliori club della Romania, la Dinamo Bucarest, il club della Polizia, dove impara a giocare a testimone ad alti livelli, complici le professionali sessioni di allenamento.
Ancora Pârcălab, questa volta con la Romania
A poco a poco, Pârcălab scala la montagna e sale di grado, sul campo come in caserma, e vince qualche premio strada facendo: quattro scudetti (dal 1962 al ‘65) e due coppe (1962, 68). Pârcălab non scrive più niente nel suo curriculum dopo il suo passaggio al Nîmes Olympique, il cui trasferimento somiglia ad uno scambio di spie o ad una guerra fredda della federazione rumena e dei suoi oneri amministrativi che ritardano l’esilio del compagno capitano.
Florea Voinea nella Steaua Bucarest
Fu finalmente a metà novembre 1970 che Ion Pârcălab mise piede sul suolo francese con Florea Voinea nel suo bagaglio. Nato a Ploiești il 21 aprile 1941, Florea ha giocato in piccoli club locali (Prahova Ploiești e Petrolul Ploiești) prima di approdare alla Steaua Bucarest (1961-‘70), il club dell’Esercito.
Come il suo collega poliziotto, Voinea lì è capitano e si prende cura dei sottufficiali come insegnante di educazione fisica. Florea ha meno medaglie sulla maglia rispetto a Pârcălab, ma vince qualche battaglia con il grande rivale della città. Cinque coppe (1962, ‘66, ‘67, ‘69 e ‘70) e un titolo nazionale (1968) aggiunto a quello di campione d’Europa con gli Under 18 (1962), Voinea non è un fannullone quando firma per il Nîmes dove scopre la pétanque ”con le sue palle di ferro”, la corrida e la Coupe des Alpes vinta nel 1972.
Strani hobby ai quali si adattò per due stagioni (1970-‘72) prima di tornare in Romania, prima alla Steaua (1972-‘73), poi in club meno mondani (CSM Reșița e Politehnica Timișoara) prima di concludere la sua carriera all’UM Timișoara (1975-‘76). Una fine di carriera a ruota libera, a differenza dell’amico Pârcălab che lasciò prematuramente il calcio l’11 marzo 1973 durante una partita di Coppa di Francia. Quel giorno, Rémois Richard Krawczyk gli ruppe una gamba. Il Piccolo, come lo soprannominano i tifosi del Nîmes, non si riprenderà mai e tornerà a casa. Su una gamba. A volte riceviamo i soprannomi che alla fine meritiamo.